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Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica- Pisa

Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica- Pisa

Dal 24 al 26 maggio 2024 a Pisa, ARTES 4.0 ha presentato attività e servizi per il Trasferimento Tecnologico insieme alle Università pisane nel contesto del Festival Internazionale della Robotica, affrontando un tema le cui opportunità non sono ancora del tutto valorizzate dalle comunità.

L’obiettivo

ARTES 4.0 vuole favorire l'innovazione guidata dalla scienza: quella cioè che usa la conoscenza prodotta dalle università per guidare la realizzazione di soluzioni innovative ad alta tecnologia che rispondono alle esigenze competitive delle imprese. Il Centro di Competenza favorisce il trasferimento tecnologico fungendo da ponte tra il mondo accademico e l’industria, formando il mondo del lavoro e collegando le PMI alle grandi imprese al fine di aumentare la loro competitività attraverso il suo network (141 Soci tra Università con Dipartimenti di Eccellenza, imprese, associazioni e fondazioni, e 11 progetti attivi a livello nazionale e internazionale con il compito di erogare servizi innovativi al tessuto imprenditoriale in gran parte con finanziamenti pubblici).

Focus sul trasferimento Tecnologico

Il focus sul Trasferimento Tecnologico nel contesto del Festival Internazionale della Robotica, meta da sempre del mondo delle startup e delle spinoff della città universitaria per eccellenza, Pisa, ha avuto l’obiettivo di mettere a sistema azioni e strategie a favore
della valorizzazione della ricerca e del successivo sviluppo produttivo e innovativo delle aziende a forte contenuto di conoscenza.

In particolare ARTES 4.0 ha organizzato una Tavola Rotonda sul tema del Trasferimento Tecnologico a cui ha preso parte e che ha moderato Enza Spadoni, responsabile dell’Area Trasferimento Tecnologico del Centro di Competenza, insieme ai referenti delle Istituzioni coinvolte: Riccardo Apreda, Technology and Innovation Leader di ErreQuadro srl; Lucia Arcarisi, CEO & Co-Founder Weabios; Damiano Bolognesi, Presidente Incubatore Pont-Tech, CEO AIM Consulting e Piccolo Teatro Digitale; Gastone Ciuti, Professore di Bioingegneria e Vicedirettore Istituto di BioRobotica, Scuola Superiore Sant’Anna, Coordinatore di Nodo ARTES 4.0, Scientific Advisor Mediate srl; Daniele Mazzei, Professore Associato Università di Pisa, Chief Product Officer Zerynth srl; Annarosa Mezzasalma, Responsabile Ufficio Valorizzazione Ricerca, Area Terza Missione, Scuola Superiore Sant’Anna; Alessandra Patrono, Collaboratrice NETVAL, Responsabile Knowledge Transfer Office, Scuola Normale Superiore; Pasqualantonio Pingue, Responsabile Area Ricerca e Innovazione, Scuola Normale Superiore; Manuele Bonaccorsi, Coordinatore R&D Co-Robotics.

Gli approfondimenti

“Nel contesto del Festival della Robotica,” afferma Enza Spadoni di ARTES 4.0, “ho voluto approfondire il Trasferimento Tecnologico sia come uno strumento strategico, nell’ottica di chi produce la conoscenza e forma competenze in grado di generare cambiamento, dal punto di vista della società, dell’economia, del lavoro; sia come uno strumento tecnico per l’offerta di servizi molto concreti in grado di supportare l’azienda nel superare la “valle della morte”, azione necessaria per riuscire a entrare nel mercato ed essere competitiva. In questa visione, la collaborazione tra enti e istituzioni è di fondamentale importanza per intervenire a supporto delle aziende nelle varie fasi del TRL, il Technology Readiness Level, dall’idea di impresa e lo sviluppo del prototipo fino all’ingresso sul mercato: sia dal punto di vista delle Università, che realizzano la conoscenza e la valorizzano con gli strumenti propri della Terza Missione universitaria quali brevetti e spinoff, sia da quello degli incubatori che si occupano di animazione e accelerazione delle spin off, sia dal punto di vista del Centro di Competenza, che finanzia e accompagna lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi verso mercati competitivi”.

Dipendenti ARTES 4.0 e Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica

Parole chiave e concetti base: le 5C del Trasferimento Tecnologico

Il Trasferimento Tecnologico, è emerso, si basa su alcune parole chiave che sono: Conoscenza, Competenza, Contaminazione, Capitali, Connettività.

Conoscenza

Tutto ciò che connota la catena del valore che dall’idea progettuale sviluppata all’università realizza un prototipo, ne fa un brevetto, crea la spin off e prova a saltare la valle della morte per arrivare al mercato, dal punto di vista universitario, è senz’altro caratterizzato dalla parola chiave “Conoscenza”, che riveste, come afferma Gastone Ciuti della Scuola Superiore Sant’Anna, una fondamentale influenza nella creazione di ecosistemi innovativi che generino nuova crescita e nuovo lavoro. L’Università ha il compito precipuo di educare i giovani e le giovani al futuro che vorranno, orientandoli al mondo del lavoro e fornendo loro tutti gli strumenti con i quali valorizzare la conoscenza, come ad esempio brevetti e spin off.

La proprietà intellettuale

Riccardo Apreda di ErreQuadro, che si occupa di Intellectual Property quale fonte di dati di posizionamento delle tecnologie in specifici scenari, per facilitarne il trasferimento, sostiene che l’IP sia effettivamente un fattore abilitante per la crescita di un’azienda. “La percezione comune è che la proprietà intellettuale sia unicamente una tattica difensiva, di cui preoccuparsi solo dopo che l’idea inventiva è stata realizzata”, afferma. “Al contrario, la proprietà intellettuale è principalmente uno strumento di business, che andrebbe utilizzato in tutte le fasi del processo di innovazione e che può giocare un ruolo fondamentale nella crescita delle imprese (e di conseguenza anche nel trasferimento tecnologico).

In realtà già anche il semplice aspetto legale e difensivo è spesso trascurato: una azienda ogni quattro incorre in danni economici dovuti a una non corretta gestione della proprietà intellettuale, con gravi conseguenze soprattutto per le piccole imprese e le startup. Per non parlare dei numerosi casi in cui i risultati di una ricerca innovativa sono pubblicati troppo presto, rendendo impossibile il deposito di un brevetto e vedendo così sfumare la possibilità di valorizzarli economicamente da parte degli inventori o dell’università. In questo senso i centri di trasferimento tecnologico e i centri di competenza possono sicuramente collaborare con ricercatori e spinoff per indirizzarli verso corrette strategie di tutela.

Il secondo importante ruolo che la proprietà intellettuale può svolgere è quello di leva di mercato, economica o finanziaria. Grazie a brevetti, marchi e design è possibile ampliare la propria quota di mercato, aumentare il valore della propria impresa, attrarre investimenti, e in certi casi abilitare tout court la nascita di un business, anche nel caso di trasferimento tecnologico. Un esempio a livello globale è dato dai vaccini a mRNA che tanto ruolo hanno avuto durante la pandemia del Covid19. La tecnologia di base per tali vaccini è stata sviluppata da due professori dell’Università della Pennsylvania, Dr. Karikò e Dr. Weissman, brevettata dalla stessa Università e data in licenza a una sua spinoff.
BioNTech, all’epoca una piccola startup, ha sub-licenziato i diritti da questa spinoff, e con essi ha potuto in seguito entrare in un accordo con un colosso farmaceutico come Pfizer. Il brevetto è stato quindi la base per una intera catena di valore, che è comunque partita dalla ricerca accademica.

Infine il terzo ruolo della proprietà intellettuale, altrettanto importante dei primi due, è quello informativo: i brevetti rivelano le reali strategie delle imprese in termini innovazione, e evidenziano le varie problematiche, industriali o di utilizzo, su cui si concentra l’attività inventiva. In tal senso, uno studio della documentazione esistente in letteratura serve sia a guidare la ricerca verso problemi di interesse per il mercato (e quindi dal grande potenziale in termini di trasferimento tecnologico), sia a trovare nuovi campi di applicazione, potenziali clienti o possibili acquirenti per le tecnologie sviluppate. Una delle criticità principali infatti delle spinoff (e in realtà di tutte le imprese) è quello di riuscire a trovare un adeguato sbocco commerciale per i propri prodotti, anche perché, come già evidenziato da altri relatori, spesso la ricerca accademica è brava a generare nuove idee, ma il mercato ragiona principalmente in termini di problemi e bisogni degli utenti.

Anche in questo caso i centri di trasferimento tecnologico e i centri di competenza come ARTES possono giocare un ruolo fondamentale, sia tramite l’informazione riguardo l’utilità di solide strategie di valorizzazione, sia tramite il matchmaking fra le spin-off e chi ha le competenze e gli strumenti per supportarle in tali percorsi strategici, sia infine tramite il finanziamento di studi e consulenze che difficilmente le startup potrebbero altrimenti permettersi.

Per portare un esempio dell’ecosistema pisano, uno dei soci di ARTES è la startup Seares, che ha sviluppato un dispositivo di ormeggio per barche che sfruttando il naturale movimento causato dal moto ondoso produce energia elettrica per i sistemi di bordo. Una soluzione ecologica e innovativa che però necessità di essere messa in contatto con i mercati e ha comunque un grande potenziale anche in altri settori industriali.

ARTES ha quindi creato la connessione fra Seares e un altro suo socio: Erre Quadro, spinoff dell’Università di Pisa specializzata in analisi di valorizzazione della proprietà intellettuale; successivamente il Centro di Competenza ha abilitato la collaborazione fra le due PMI finanziando uno studio per l’individuazione di ulteriori soluzioni tecniche e soprattutto di nuove opportunità di business per la startup green. Dalla realizzazione del prototipo alla creazione di una spin off, l’università riveste un ruolo di fondamentale e delicata importanza nella creazione di nuove opportunità.

Annarosa Mezzasalma, dell’Ufficio Valorizzazione Ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna, spiega che la “Terza Missione”, successiva alle prime due missioni, rispettivamente di Educazione e Ricerca, che hanno un loro nome specifico, e nonostante sia nominata residualmente rispetto alle prime due come ‘terza’, è cruciale per dare il giusto rilievo alle politiche di Trasferimento Tecnologico nelle università, che applicano la conoscenza a dinamiche di valorizzazione e crescita necessarie a rendere le Università centri nevralgici per il futuro del Paese.

Competenza

La competenza è uno dei fattori attrattivi per il mondo dei Capitali, che investono soprattutto dove la trovano. Oltretutto, è uno dei fattori abilitanti il trasferimento dai laboratori di ricerca universitari al mercato, come spiega Daniele Mazzei, di Zerynth, che oltre che spin off dell’Università di Pisa è anche azienda socia affiliata al Centro di Competenza ARTES 4.0, con l’esperienza di poter guardare la tecnologia in tutte le fasi del TRL, quindi in ogni momento del suo stadio di maturità. La tecnologia di cui si occupa Zerinth, azienda attiva nelle soluzioni Industrial IoT per le aziende manifatturiere, si basa anche sull’Intelligenza Artificiale.

Si parla molto oggi di IA e La competenza è uno dei fattori attrattivi per il mondo dei Capitali, che investono soprattutto dove la trovano.

Oltretutto, è uno dei fattori abilitanti il trasferimento dai laboratori di ricerca universitari al mercato, come spiega Daniele Mazzei, di Zerynth, che oltre che spin off dell’Università di Pisa è anche azienda socia affiliata al Centro di Competenza ARTES 4.0, con l’esperienza di poter guardare la tecnologia in tutte le fasi del TRL, quindi in ogni momento del suo stadio di maturità.

La tecnologia di cui si occupa Zerinth, azienda attiva nelle soluzioni Industrial IoT per le aziende manifatturiere, si basa anche sull’Intelligenza Artificiale. Si parla molto oggi di IA e di quanto sia importante per ottimizzare i processi produttivi, sviluppare innumerevoli soluzioni di protezione e cybersicurezza, sistemi di previsione e automazione.

Portare l'intelligenza artificiale nella PMI italiana in un’epoca di grande rivoluzione dell’economia e di maggiore attenzione alla sostenibilità e ai temi sociali richiede necessariamente una più evoluta consapevolezza della conoscenza acquisita all’università, adattata alle nuove esigenze.

E la competenza, come afferma Manuele Bonaccorsi di Co-Robotics, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna – piccola curiosità con sede a Piazza Toniolo, la piazza da cui tutto ha origine in un certo senso, essendo sede della residenza universitaria, è anche quella necessaria a poter affiancare le imprese ad alto contenuto di conoscenza e tecnologia: Co-Robotics nasce partecipata da un fondo di investimenti che in un secondo momento ha voluto essere liquidato per l’“incapacità” di gestire tecnologie complesse.

ARTES 4.0 – Advanced Robotics and enabling TEchnologies and Systems 4.0 è un Centro di Competenza nazionale ad alta specializzazione finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l'obiettivo di finanziare e accompagnare l’innovazione guidata dalla Scienza attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, erogando i servizi necessari a realizzare nuovi prodotti e servizi di successo nei mercati competitivi.

Contaminazione

Lucia Arcarisi di Weabios ha realizzato la sua Spin off a risultato dell’attività del Contamination Lab dell’Università di Pisa, grazie a un percorso intrapreso per arrivare a concretizzare l’idea di impresa. L’Università è senz’altro un primo bacino di Contaminazione ma lo scambio di buone pratiche, il confronto e la miscela di saperi restano un fattore chiave per lo sviluppo di innovazione e la crescita di impresa. Weabios è insediata all’interno dell’Incubatore tecnologico di Navacchio, dove si concretizza la cross fertilization attraverso la vicinanza fisica tra imprese.

"Il Polo Tecnologico di Navacchio”, afferma Angela Calò, Direttrice Operativa, “è il più grande parco tecnologico della Toscana e uno dei più grandi in Italia. Fondato nel 2000 a pochi chilometri da Pisa, il Polo Tecnologico è una struttura multifunzionale di 20.000 mq, composta da uffici e laboratori, progettata per favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese.

Attualmente ospitiamo più di 60 aziende e oltre 700 persone: un vero e proprio hub toscano per l'innovazione e la trasformazione digitale, dove la condivisione di conoscenze e competenze è all'ordine del giorno. Un network importante, formato non solo dalle aziende con sede fisica all’interno del Polo ma anche da tante realtà esterne (circa 200) che collaborano costantemente con noi. Le sinergie tra imprese, start-up, istituti di ricerca, istituzioni accademiche e centri di competenza come ARTES 4.0, sono sicuramente la chiave per offrire un supporto concreto e completo alle imprese e favorire lo sviluppo di nuove opportunità imprenditoriali".

Capitali

Oltre all’importanza del Venture Building, spesso di fondamentale importanza per fare accelerazione consentendo lo scaling up, il know how e i collegamenti, il “capitale” riguarda anche il corretto bilanciamento tra budget, persone, risorse, strategie – per affrontare serenamente la via imprenditoriale.

Il capitale umano è sicuramente un asset strategico. Pasqualantonio Pingue, Scuola Normale Superiore, nel parlare degli strumenti di collegamento tra Ricerca e Innovazione, che legano i TRL bassi a quelli alti nel campo delle tecnologie innovative ed emergenti come quelle che sviluppa la Normale, dando un effettivo supporto in servizi al superamento della cosiddetta “valle della morte” afferma che “Come già detto dai colleghi/colleghe nel dibattito, non esistono ricette che funzionano per tutti e ogni approccio e strategia dipendono dal contesto lavorativo e dal lavoro che viene svolto.

Nel caso della Scuola Normale Superiore il focus è legato al “capitale umano”, che la Normale è abituata da tempo a selezionare per scopi di didattica e ricerca e al quale noi ci rivolgiamo per innestare elementi di cultura dell’innovazione e di “terza missione” in senso lato, elementi sempre più presenti nei nostri allievi/allieve.

Come “area ricerca e innovazione” della SNS, noi lavoriamo alla diffusione della cultura dell’innovazione soprattutto verso i nostri/nostre PhD, attraverso il supporto che possiamo dare come ufficio di Knowledge Transfer, e con le reti di trasferimento
tecnologico locali, nazionali e internazionali alle quali partecipiamo. Tra queste vorrei citare JoTTO, la rete delle scuole universitarie superiori, che ci vede insieme al Sant’Anna, il Contamination Lab con UNIPI, l’ufficio regionale di trasferimento tecnologico con tutti gli Atenei toscani, il Centro di Competenze ARTES4.0, che ha diramazioni in tutta Italia, e anche con progetti internazionali quali l’alleanza EELISA, di cui ARTES 4.0 è partner, che ha visto in passato e vede anche oggi nella entrepreneurship degli allievi/allieve delle azioni di formazione e di collaborazione tra grandi Atenei europei tra le più sentite dell’Alleanza.

Lavoriamo poi con il Polo di Navacchio, con diversi Venture Capitalist e agenzie di consulenza per supportare gli allievi/allieve, ricercatori/ricercatrici che vogliono e che hanno le competenze, le conoscenze ma soprattutto il coraggio e la passione di fare innovazione, per supportarli nel loro percorso e superare la “Valle della Morte”.

Insomma, credo che occasioni come quella organizzata da ARTES 4.0 al Festival della Robotica, siano una dimostrazione del fatto che l’ecosistema pisano dell’innovazione ha delle grandi possibilità di sviluppo se si riesce a fare rete e a sfruttare tutte le straordinarie competenze e la passione che le persone del sistema universitario pisano e dei centri di mediazione dell’innovazione come ARTES4.0 mettono a disposizione".

Dipendenti ARTES 4.0 e Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica

Connettività

L’European Innovation Council nel III Pillar di Horizon Europe introduce la “Connectedness” come uno degli elementi chiave nella costituzione di ecosistemi dell’innovazione insieme a conoscenza e capitali, ovvero la capacità di creare connessioni, network, reti di collaborazione. ARTES 4.0 è sicuramente un brillante esempio di “connettività” ma gli ecosistemi possono riguardare interi territori votati a
contribuire su più fronti alla crescita economica e sociale. Uno di questi è l’Innovation Mile di Pontedera, in provincia di Pisa, in area Piaggio riqualificata e caratterizzata dal successivo insediamento di incubatori di impresa, centri di ricerca e universitari, musei d’impresa, centri servizi, grandi aziende attirate dalle competenze generate in quest’area.

Damiano Bolognesi, Presidente dell’Incubatore Pont-Tech e del Piccolo Teatro Digitale, uno spazio per coworking, servizi di formazione e altri servizi, entrambi all’interno delI’Innovation Mile, afferma che “La rete di competenze presenti in un competence center rappresenta un asset strategico per le imprese, offrendo accesso a risorse critiche per l'innovazione, la crescita e la competitività.

Attraverso la collaborazione con ARTES 4.0, le imprese possono superare le sfide tecnologiche, migliorare le loro capacità operative e sfruttare nuove opportunità di mercato. In sintesi, ARTES 4.0 svolge un ruolo fondamentale nel promuovere l'ecosistema di innovazione del territorio e nello stimolare lo sviluppo economico sostenibile. Anche il reperimento di capitali è cruciale per sostenere l'impresa nelle varie fasi della propria vita a sostegno di investimenti e competitività; disporre delle risorse finanziarie permette alle imprese di innovare, migliorare la propria efficienza e rimanere competitive in un mercato in continua evoluzione.

La ricerca di capitali è strettamente correlata agli obiettivi di business che l'imprenditore si prefigge che non possono prescindere dalla variabile tempo. Da questo punto di vista, l'essere socio di ARTES 4.0 permette a Pont-Tech ed a tutte le imprese aderenti non solo di avere a disposizione una importante rete di competenze ma anche accesso a strumenti di finanza agevolata; grazie a Bandi specifici che prevedono finanziamenti a fondo perduto, è possibile per l'impresa abbattere l'investimento iniziale e rendere così sostenibili investimenti che altrimenti sarebbero stati rimandati o effettuati utilizzando altre forme di
finanziamento quali la cessione di una parte del proprio capitale di rischio oppure indebitando l'azienda con finanziamenti bancari con la necessità dell'imprenditore di fornire garanzie personali”.

Guardando al network del Trasferimento Tecnologico, Alessandra Patrono del Knowledge Transfer Office della Scuola Normale Superiore e collaboratrice NETVAL, il Network per la valorizzazione della Ricerca creato nel 2002 al quale aderisce la gran parte delle università italiane, poi divenuto Associazione, in grado di effettuare una fotografia molto attenta del trasferimento tecnologico italiano e di indirizzarne le politiche, spiega che “I dati raccolti da Netval mostrano che le università italiane hanno compreso l'importanza della protezione della proprietà intellettuale, brevettano in modo costante e con una gestione sempre più efficace del proprio portafoglio brevettuale che nel 2023 contava circa 8000 brevetti. Sono anche in grado di valorizzare i propri brevetti generando ritorni che crescono nel tempo e ogni anno nascono circa 100 nuove spinoff. Tuttavia gli uffici di TT che gestiscono queste attività, sono ancora generalmente abbastanza piccoli e sono poche le università italiane che riescono ad avere performance di rilievo. A livello pisano le università e scuole confermano l'ottima ricerca, con un contributo complessivo sui brevetti attivi tra le università italiane di circa il 6%, sono in grado di generare un buon numero di spinoff, ma faticano a valorizzare questi brevetti. Cosa fare dunque? Cercare di tenere il passo delle università più attive su questi aspetti e continuare a fare bene alcune attività che stanno dando buoni risultati, come la creazione di imprese e il supporto alla loro crescita. Dobbiamo invece lavorare ancora per aumentare le collaborazioni con le imprese, con l'ecosistema locale e nazionale, ma anche per trovare un modello di valorizzazione della ricerca e della conoscenza che sia adatto alle peculiarità del nostro contesto, attraverso una azione di rete tra tutti gli attori locali e una sempre maggiore attenzione alle competenze formate nelle nostre università e a generare impatto”.

Autore/Autrice

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Enza Spadoni

Responsabile Area Trasferimento Tecnologico e Relazioni Esterne

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Dal punto di vista dei prodotti, Prensilia ha raggiunto il primo importante traguardo con la mano robotica IH2 Azzurra, lanciata sul mercato nel 2011. Questa mano robotica autocontenuta, unica nel suo genere all'epoca, è stata progettata principalmente pensando ad applicazioni nella ricerca. Con un peso di soli 640 grammi, Azzurra è tra le mani robotiche più leggere a disposizione per studi ed applicazioni scientifiche. La comunicazione tramite interfaccia standard facilita l'integrazione in diversi scenari di ricerca, tra cui protesica, neuroscienze, interazione uomo-robot e riabilitazione. Nonostante siano passati oltre dieci anni dal suo lancio, IH2 Azzurra continua a rappresentare una soluzione ottimale e ampiamente utilizzata nel mondo della ricerca.

Integrazione permanente e altissime funzionalità: l’era di MIA HAND

Nel 2016, nell’ambito del progetto europeo Horizon 2020 DETOP, Prensilia ha avviato lo sviluppo di Mia Hand, una protesi di arto superiore progettata per essere integrata permanentemente nel sistema scheletrico del paziente amputato tramite osseointegrazione, con contestuale collegamento al sistema nervoso attraverso elettrodi impiantati nei nervi e nei muscoli che potessero garantire il controllo della protesi e la restituzione di un feedback sensoriale. Il lavoro svolto da Prensilia all’interno di questo progetto risponde all’esigenza di sviluppare una mano protesica con funzionalità avanzate, risultando nello sviluppo di Mia Hand come la conosciamo oggi, con caratteristiche meccaniche e sensoriali uniche che permettono agli utenti di svolgere fino all’80% delle attività quotidiane con estrema semplicità, anche in caso di condizioni fisiologiche estremamente sfavorevoli. Nel 2020 Mia Hand è stata ulteriormente ottimizzata, questa volta nell'ottica di ottenerne una versione per l’utilizzo industriale. Ciò è stato possibile nell'ambito del progetto europeo Horzion 2020 APRIL, che ha avuto l'obiettivo di sviluppare una nuova generazione di sistemi di robotica collaborativa, capaci di affiancare in sicurezza i lavoratori e gestire materiali morbidi e flessibili, notoriamente difficili da manipolare anche tramite soluzioni di automazione tradizionale. In questo contesto, Mia Hand ha potuto dimostrare la sua versatilità come pinza antropomorfa flessibile e riconfigurabile. A distanza di 15 anni dalla fondazione, Prensilia lancia nel 2024 due versioni di Mia Hand: Mia Hand Prosthesis, dispositivo medico certificato di classe I, e Mia Hand Industrial, gripper collaborativo certificato come “quasi macchina”, consolidando ulteriormente il ruolo di Prensilia come leader nell'innovazione robotica.

Mani di ultima generazione per applicazioni industriali con i finanziamenti del Centro di Competenza ARTES 4.0

Proseguendo nel settore industriale, a marzo 2024 ha preso avvio il progetto Dexter, cofinanziato dal Centro di Competenza ARTES 4.0, nell’ambito del quale Prensilia mira a sviluppare un sistema robotico collaborativo altamente versatile e facilmente riconfigurabile. Questo sistema ruoterà attorno all’utilizzo del gripper Mia Hand, che sarà ulteriormente ottimizzato per l’impiego nell’automazione di attività a basso valore aggiunto con una resistenza meccanica, versatilità e semplicità di programmazione inedite. Prensilia nasce nel 2009 dal lavoro di ricercatori dell’ARTS Lab (Advanced Robotics and Technology Laboratory), come spin-off dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Nascendo dall’ambito della ricerca, Prensilia ha avuto modo di prendere parte a numerosi progetti nazionali e internazionali nei campi della robotica, protesica e neuroscienza. Grazie alle varie collaborazioni, Prensilia ha potuto costruire un solido e capillare network su scala globale, che oggi ricomprende aziende e istituti di ricerca da tutto il mondo, oltre ad aver ampliato le proprie competenze in un’ottica multidisciplinare, formando l'attuale team di ingegneri elettronici, meccanici, software e biomedici. Oltre alla produzione di mani robotiche, Prensilia offre soluzioni su misura per l’integrazione di sistemi robotici, con l’obiettivo di automatizzare processi industriali migliorando sicurezza, produttività ed efficienza.
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Exteryo: quando l’innovazione incontra la sicurezza sul lavoro
Exteryo: quando l’innovazione incontra la sicurezza sul lavoro
Exteryo si occupa di sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate con l'obiettivo di migliorare e ottimizzare i processi aziendali. Fondata nel 2016 dalla volontà di Davide e Michele Zanesi, si distingue per un approccio non convenzionale e per la capacità di combinare hardware e software per affrontare le sfide delle aziende in modo innovativo ed efficace. E questo particolare modus operandi è diventato in breve tempo il principale valore aziendale, nonché il più apprezzato da chi decide di lavorare con Exteryo. “Alla base di questo metodo - argomenta Michele Zanesi, Project Manager Exteryo e responsabile del Progetto Digital Safety - è necessario un corretto grado di determinazione e passione che sono la benzina del motore aziendale e sono i valori che sono ogni giorno trasmessi al nostro team per affrontare nel migliore dei modi le sfide del mercato”. Attraverso il progetto Digital Safety, l'azienda fornisce strumenti digitali e tecnologie come tag NFC e piattaforme cloud per migliorare la gestione della sicurezza e garantire la conformità normativa.

In che modo Exteryo riesce a bilanciare la diversificazione tra consulenza, ricerca e sviluppo, e fornitura di servizi per soddisfare le esigenze di settori così diversi?

“La capacità di poter sfruttare il concetto di innovazione al di fuori dei classici paradigmi ha permesso a Exteryo di poter spaziare in diversi ambiti, potendo così specializzarci in aree e attività diverse che spaziano dalla consulenza, alla fornitura di servizi o di attività di Ricerca e Sviluppo. Quello che facciamo ogni giorno è quindi progettare e sviluppare soluzioni tecnologiche che combinano hardware e software in modo intelligente. Usiamo tecnologie di ultima generazione come l’intelligenza artificiale per rendere più semplice il controllo e la gestione di dati all’interno delle aziende, oppure tecnologie a radiofrequenza come NFC e RFID per rendere oggetti e servizi più smart, più connessi, più semplici da gestire. A prescindere dal tipo di strumento tecnologico utilizzato, l’obiettivo è fornire il nostro contributo all’innovazione in generale. Ad esempio, abbiamo brevettato il primo tag NFC resistente a lavaggi, stirature e stress meccanici. È un piccolo pezzo di tecnologia, ma con potenzialità enormi”.

Come il mix di competenze all’interno del team di Exteryo contribuisce al processo di innovazione e alla creazione di soluzioni brevettate? Quali strategie adottate per mantenere il vostro know-how sempre aggiornato?

“Un aspetto fondamentale che ci rende unici è il nostro team. Exteryo è fatta di persone dinamiche, appassionate e altamente competenti. Il nostro know-how spazia dall'elettronica allo sviluppo software, fino a un costante aggiornamento sulle tecnologie più recenti. Questo mix di competenze ci permette di essere sempre un passo avanti, pronti a cogliere ogni nuova opportunità e trasformarla in soluzioni concrete. Ed è proprio questa capacità di trasformare idee in realtà che ci ha portato a ottenere diversi brevetti riconosciuti sia in Europa che negli Stati Uniti. Ogni brevetto rappresenta un traguardo, ma anche una conferma del nostro impegno nell’innovazione. Abbiamo creato prodotti unici, come il nostro tag NFC brevettato, resistente a lavaggi, stirature e stress meccanici. Sono risultati di cui siamo estremamente orgogliosi e che testimoniano la nostra capacità di innovare concretamente. Un altro elemento chiave della nostra forza sono le partnership strategiche. Collaboriamo con aziende leader mondiali nei settori della produzione e della consulenza. Questi partner ci permettono di portare le nostre soluzioni su scala globale, garantendone una diffusione capillare e un impatto reale. È grazie a queste collaborazioni che oggi i nostri prodotti sono presenti in oltre 70 Paesi, coprendo tutti i continenti. Una rete globale che testimonia la fiducia che i nostri partner e clienti ripongono in noi. Questo insieme di fattori rappresenta il cuore di ciò che rende Exteryo una realtà unica nel suo genere. È così che affrontiamo ogni sfida, con passione, competenza e la determinazione di lasciare un segno nel mondo della tecnologia e dell’innovazione”.

In che modo il progetto Digital Safety e il concetto di Digital Safety Environment rivoluzionano la gestione della sicurezza sul lavoro, rispetto ai metodi tradizionali ancora diffusi in molte aziende?

“Tra i diversi settori in cui siamo attivi, sicuramente quello della Safety è quello in cui ci sentiamo maggiormente coinvolti, in quanto la sicurezza sul lavoro non è solo un requisito normativo, ma un imperativo etico che dovrebbe guidare ogni azienda. È in questo ambito che Exteryo ha scelto di concentrare il proprio maggiore impegno con il progetto Digital Safety, consapevole dell’impatto positivo che le sue soluzioni possono generare non solo per i clienti, ma soprattutto per la tutela e la protezione di ogni singolo lavoratore. Il nostro obiettivo non è semplicemente quello di conformarci alle norme, ma di contribuire attivamente a creare ambienti di lavoro sicuri e sostenibili, dove la salute e la sicurezza degli operatori siano sempre al centro. Proprio da questa visione nasce il Digital Safety Environment (DSE), un concetto che va oltre la semplice tecnologia: è una filosofia operativa che mira a digitalizzare completamente gli ambienti lavorativi, introducendo strumenti all’avanguardia a supporto della salute e della sicurezza dei lavoratori. Attraverso il DSE, puntiamo a rivoluzionare il modo in cui le aziende gestiscono la sicurezza sul lavoro, rendendolo più efficace, trasparente e accessibile. Tuttavia, ci siamo resi conto che molte aziende, nonostante le possibilità offerte dalla tecnologia, sono ancora lontane dal raggiungere un livello adeguato di digitalizzazione in questo campo. Troppo spesso, i processi legati alla sicurezza sono frammentati, manuali e inefficaci, esponendo i lavoratori a rischi evitabili e le imprese a sanzioni costose. È qui che Digital Safety entra in gioco, con l’obiettivo di colmare questo divario, fornendo alle aziende non solo soluzioni tecnologiche, ma anche un supporto consulenziale completo per guidarle in questo processo di trasformazione. La nostra piattaforma digitale è il cuore pulsante del sistema, una soluzione centralizzata che integra tutti gli aspetti della sicurezza aziendale, dalle scadenze normative alla gestione dei DPI, fino al monitoraggio delle attrezzature. Ma non ci fermiamo qui: offriamo anche sistemi hardware avanzati, come tag NFC per la tracciabilità e il controllo in tempo reale delle attrezzature e dei dispositivi di protezione. Questo approccio consente alle aziende di avere un controllo puntuale e proattivo su ogni elemento critico per la sicurezza, eliminando le inefficienze e migliorando le condizioni di lavoro. In definitiva, il nostro obiettivo è duplice: da un lato, garantire la conformità normativa delle aziende, sollevandole dal peso della gestione manuale; dall’altro, contribuire a un cambiamento culturale che ponga la sicurezza dei lavoratori al centro delle strategie aziendali. Digital Safety è più di un progetto: è un impegno verso un futuro in cui la tecnologia e l’innovazione lavorano insieme per proteggere ciò che conta di più, le persone.

In che modo Digital Safety riesce a semplificare la gestione della sicurezza sul lavoro in settori complessi come edilizia, logistica o sanità, e quali vantaggi offre alle piccole e medie imprese?

“La sicurezza sul lavoro è un tema che richiede oggi più che mai soluzioni innovative e strumenti in grado di rispondere a sfide crescenti. Settori come edilizia, logistica, manifatturiero e sanità, caratterizzati da un’elevata intensità normativa e complessità organizzativa, si trovano spesso a fronteggiare problematiche che vanno oltre la semplice gestione delle attività. Queste includono difficoltà nel monitorare scadenze, frammentazione nella gestione dei dati e un sovraccarico amministrativo che limita l’efficienza operativa. In parallelo, queste lacune espongono i lavoratori a rischi ormai non accettabili, compromettendo la loro sicurezza e il benessere generale sul luogo di lavoro. Digital Safety nasce come risposta concreta e visionaria a queste esigenze. La piattaforma proposta da Exteryo si pone l’obiettivo di diventare un vero e proprio partner strategico per la gestione della sicurezza, ottimizzando i processi aziendali attraverso una soluzione digitale completa e altamente integrata. Con Digital Safety, ogni attività legata alla sicurezza sul lavoro – dalla gestione dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) alla pianificazione delle ispezioni, fino al monitoraggio delle scadenze normative – è centralizzata e automatizzata. Questo approccio elimina la frammentazione gestionale, potenzia il controllo e riduce al minimo le possibilità di errore umano. Un elemento distintivo del progetto è la capacità di Exteryo di fungere da mediatore tra le aziende e una rete consolidata di fornitori specializzati in ambito Safety. Questo servizio, particolarmente vantaggioso per le piccole e medie imprese, consente di esternalizzare la gestione delle obbligatorietà normative e delle scadenze, garantendo conformità e serenità operativa. Ogni cliente può così concentrarsi sul proprio core business, sapendo di essere pienamente in linea con gli standard di sicurezza richiesti dalla legge. Digital Safety si distingue anche per l’innovazione tecnologica alla base della sua offerta. Exteryo è stata tra le prime aziende a livello internazionale a introdurre l’utilizzo della tecnologia NFC nella gestione e tracciabilità dei DPI e delle attrezzature aziendali. Questa tecnologia, la stessa impiegata per i pagamenti contactless, permette di accedere alle informazioni critiche dei dispositivi in modo immediato e intuitivo, utilizzando semplicemente uno smartphone. L’introduzione degli Smart DPI, dispositivi intelligenti in grado di memorizzare e mostrare digitalmente dati tecnici, informazioni di utilizzo e date di scadenza, ha già rivoluzionato il settore, rendendo le operazioni più efficienti e trasparenti. La piattaforma Digital Safety non rappresenta solo un sistema di gestione, ma una nuova filosofia operativa: quella del Digital Safety Environment. Questa visione integra tecnologia, innovazione e semplicità d’uso per fornire una soluzione che non solo facilita la compliance normativa, ma eleva la sicurezza sul lavoro a un livello superiore. È un passo avanti per le aziende che desiderano non solo essere conformi, ma anche creare un ambiente di lavoro più sicuro, organizzato e sostenibile. In breve, Digital Safety non è solo una piattaforma: è il futuro della sicurezza sul lavoro”.

Come le collaborazioni con aziende come Kong, CAMP, Irudek e Sirti hanno contribuito a rendere Digital Safety una soluzione innovativa e universale per la sicurezza aziendale? E qual è stato il ruolo del bando BIT di INAIL e ARTES 4.0 nel processo di evoluzione e scalabilità del progetto Digital Safety, sia a livello nazionale che internazionale?

“Il progetto Digital Safety ha visto nel corso degli anni il rafforzarsi di partnership e collaborazioni senza le quali non sarebbe stato possibile raggiungere il livello di completezza e di maturità che oggi contraddistinguono il nostro prodotto. Le prime collaborazioni hanno coinvolto alcuni tra i principali fabbricanti di dispositivi di protezione individuale a livello mondiale: in particolare le italiane Kong e CAMP e l’azienda spagnola Irudek. Grazie al loro contributo è stato possibile integrare la tecnologia NFC all’interno dei prodotti sin dalla fase di fabbricazione, permettendo così alle aziende clienti di dotarsi di dispositivi già digitalizzati e di garantire una diffusione della soluzione a livello mondiale. Nel 2020 è stata siglata un’altra collaborazione fondamentale con l’azienda Sirti Spa che ha scelto Exteryo come partner per promuovere una soluzione di potenziamento della gestione della Safety aziendale. Proprio in questo frangente il progetto Digital Safety ha potuto elevarsi ad un livello di universalità di gestione della sicurezza aziendale, potendo essere testato ed infine approvato per l’utilizzo giornaliero all’interno di una corporate di oltre 3000 operatori con necessità di controllo e di organizzazione estremamente elevato. A compimento dell’evoluzione del progetto Digital Safety, è doveroso sottolineare il fondamentale contributo apportato dal bando BIT, promosso da INAIL in collaborazione con ARTES 4.0. L’essere stati selezionati a luglio 2023, insieme ad altre sedici aziende italiane, rappresenta un riconoscimento significativo per il valore innovativo della nostra soluzione e per i vantaggi che questa può apportare nel contesto della sicurezza sul lavoro. INAIL ha dimostrato un forte impegno verso l'innovazione e la trasformazione digitale, sposando il nostro progetto e riconoscendolo come uno strumento capace di elevare gli standard di sicurezza aziendale. Questo supporto è stato determinante per permetterci di testare la piattaforma in un ambiente reale, coinvolgendo un pool di aziende che ha contribuito attivamente al raggiungimento del grado di maturità necessario per affrontare le sfide del mercato e garantire la scalabilità del prodotto, sia a livello nazionale che internazionale. La collaborazione con INAIL rappresenta non solo un’importante pietra miliare per Exteryo, ma anche l’inizio di un percorso che auspichiamo possa consolidarsi nel tempo. Siamo infatti confidenti che il successo di questa prima iniziativa possa aprire la strada a ulteriori progetti con INAIL, con l’obiettivo di promuovere l’adozione di soluzioni digitali come Digital Safety, capaci di diventare uno standard per le aziende italiane. Questa visione condivisa mira a facilitare il lavoro delle imprese, migliorando la sicurezza sul lavoro, e a semplificare il ruolo delle istituzioni attraverso strumenti innovativi che garantiscano maggiore trasparenza ed efficienza. Siamo convinti che la sinergia tra innovazione tecnologica e supporto istituzionale possa dare vita a un ecosistema in cui la sicurezza non sia solo un obbligo normativo, ma un valore centrale nella strategia aziendale e nella cultura operativa del Paese. Infine tra le partnership che contraddistinguono il progetto Digital Safety è d’obbligo citare tutta la rete di aziende e professionisti che forniscono servizi per la Safety e che costituiscono la nostra linfa vitale per promuovere tutta una serie di servizi a supporto delle aziende e che spaziando dalla fornitura e revisione dei DPI alla formazione o alla sorveglianza sanitaria. Uno dei punti di forza del digitale è infatti l’interconnessione tramite piattaforma di azienda e fornitori mediante la quale è possibile condividere dati e documentazione necessarie per garantire la sicurezza di lavoratori e stabilimenti. In questo frangente Digital Safety è il perimetro di gestione tramite la piattaforma, ma è necessaria la professionalità e l’esperienza dei nostri fornitori per garantire il livello di qualità ottimale affinché la sicurezza aziendale raggiunga determinati standard”.

In che modo Digital Safety trasforma la gestione della sicurezza sul lavoro da un obbligo burocratico a un vantaggio competitivo per le aziende?

“Digital Safety rappresenta un punto di svolta per tutte le aziende che desiderano trasformare la gestione della sicurezza sul lavoro da un obbligo burocratico a un vantaggio competitivo. L’obiettivo principale è semplificare, automatizzare e ottimizzare tutti i processi legati alla sicurezza, generando impatti concreti sia sul piano operativo che su quello economico e sociale. Grazie alla piattaforma Digital Safety, le aziende possono finalmente liberarsi dalla complessità della gestione manuale. La tecnologia avanzata, basata su tag NFC e connettività cloud, consente di monitorare in tempo reale ogni aspetto della sicurezza: dalla gestione dei DPI alla pianificazione della formazione, fino al controllo delle visite mediche obbligatorie. Ciò significa che i responsabili della sicurezza non dovranno più preoccuparsi di scadenze dimenticate o documentazione frammentata, ma potranno contare su un sistema che segnala tempestivamente ogni necessità. Digital Safety migliora la sicurezza reale dei lavoratori, riducendo il rischio di incidenti e creando ambienti di lavoro più sani e organizzati. I dipendenti, avendo accesso diretto alle loro informazioni di sicurezza, si sentono più protetti e coinvolti, con un conseguente aumento della consapevolezza e della partecipazione attiva. Questo approccio non solo riduce il turnover, ma eleva il livello di competenze digitali all’interno dell’organizzazione, rendendo l’intera forza lavoro più versatile e preparata. I vantaggi non si fermano qui. Infatti l’adozione di Digital Safety porta risultati tangibili. Per molte aziende, questo si traduce in una drastica riduzione dei costi operativi. Le risorse che un tempo venivano dedicate alla sorveglianza manuale possono ora essere reindirizzate verso attività strategiche. La precisione e l’affidabilità del sistema riducono inoltre il rischio di sanzioni, garantendo una compliance normativa impeccabile. Questo non solo tutela l’azienda dal punto di vista legale, ma contribuisce a migliorare la sua reputazione sul mercato, rendendola più attraente per clienti, partner e talenti. Le testimonianze delle aziende che hanno già adottato Digital Safety parlano chiaro. Dalla semplificazione dei processi alla riduzione degli sprechi, passando per una maggiore efficienza operativa, ogni cliente ha trovato nella piattaforma e nei servizi connessi una soluzione capace di adattarsi perfettamente alle proprie esigenze. Non importa che si tratti di una piccola azienda manifatturiera o di un grande operatore logistico: la piattaforma si è dimostrata flessibile e scalabile, in grado di offrire valore aggiunto indipendentemente dalla complessità organizzativa. In definitiva, Digital Safety non è solo uno strumento, ma un partner tecnologico che accompagna le aziende verso un futuro più sicuro, efficiente e sostenibile. È la dimostrazione che l’innovazione non deve essere complicata per essere rivoluzionaria: deve semplicemente funzionare.

Come Digital Safety mira a creare un ecosistema interconnesso che coinvolga aziende, istituzioni ed enti normativi per una gestione della sicurezza più trasparente ed efficace? E quali sono le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e l’IoT, che Digital Safety intende integrare per migliorare il monitoraggio e l’analisi predittiva dei rischi nei luoghi di lavoro?

“Digital Safety non si ferma alla gestione operativa della sicurezza aziendale. La visione futura di Exteryo è ambiziosa: creare un ecosistema interconnesso che coinvolga non solo le aziende, ma anche le istituzioni, gli enti normativi e i lavoratori. L'obiettivo è costruire una rete in grado di garantire una gestione sempre più puntuale, trasparente ed efficace della sicurezza sul lavoro, promuovendo al contempo una cultura aziendale che premi le realtà più virtuose. Immaginiamo un futuro in cui le aziende, attraverso la piattaforma Digital Safety, possano interfacciarsi direttamente con le istituzioni per condividere dati e ottenere certificazioni di virtuosità. Questo sistema non solo consentirebbe una supervisione più accurata da parte degli enti regolatori, ma fornirebbe anche incentivi concreti per le imprese che dimostrano di adottare pratiche eccellenti nella gestione della sicurezza. Le aziende più virtuose potrebbero beneficiare di agevolazioni fiscali, premi assicurativi ridotti o accesso facilitato a finanziamenti dedicati all’innovazione. Parallelamente, Digital Safety ambisce a esportare questo modello in altri paesi, ampliando la diffusione del concetto e della filosofia del Digital Safety Environment. L'internazionalizzazione rappresenta una naturale evoluzione per il progetto: i principi di una gestione centralizzata, digitale e proattiva della sicurezza sono universali e possono essere adattati alle specificità normative di ogni contesto. Con una strategia mirata, Digital Safety punta a diventare il punto di riferimento globale per la sicurezza sul lavoro, contribuendo a ridurre gli infortuni e le morti nei luoghi di lavoro in tutto il mondo. A supportare questa visione vi è l’avvento di tecnologie sempre più performanti e accessibili. La crescente diffusione dell’intelligenza artificiale, dell’IoT e dei big data consentirà un monitoraggio in tempo reale ancora più preciso e un’analisi predittiva dei rischi. La piattaforma potrà integrare sistemi avanzati che analizzano i comportamenti, le condizioni ambientali e le prestazioni degli strumenti di lavoro, anticipando potenziali problemi prima che si trasformino in incidenti. Il futuro delineato da Exteryo non è solo tecnologico, ma profondamente umano. L’obiettivo ultimo è creare luoghi di lavoro più sicuri, dove il rischio di infortuni e morti sia ridotto al minimo, se non completamente eliminato. È un futuro in cui l’innovazione tecnologica e l’etica si intrecciano, garantendo che ogni lavoratore possa svolgere il proprio compito con serenità e dignità. Digital Safety si propone quindi come un modello di riferimento per un nuovo paradigma globale: una sicurezza sul lavoro integrata, digitale e orientata al benessere collettivo, capace di coniugare tecnologia, sostenibilità e responsabilità sociale. Questa è la visione che guida Exteryo: non solo creare soluzioni, ma ispirare un cambiamento”.
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Inaugurata ARTES OpenHouse: protagonista la Robotica Mobile
Inaugurata ARTES OpenHouse: protagonista la Robotica Mobile
Sott'acqua, in aria, sulla terra, in aree strutturate e in ambienti controllati. Abbiamo ancora negli occhi le straordinarie dimostrazioni presentate al primo evento di ARTES OpenHouse, ospitato nell'Hub del Centro di Competenza a Pontedera e moderato da Enza Spadoni, Responsabile Trasferimento Tecnologico di ARTES 4.0. Un format essenziale e concreto, fatto di dimostrazioni pratiche e casi d'uso reali, che punta a un obiettivo chiaro: connettere aziende e innovatori per risolvere problemi concreti e per consentire quel salto di qualità necessario a competere meglio sul mercato. Qui si incontrano idee e competenze, tecnologia e necessità per proporre soluzioni che fanno la differenza. E così dopo l'introduzione di Francesca R. Tonini, Direttrice Esecutiva di ARTES 4.0, e il quadro delle opportunità economiche per le aziende illustrato da Piero Gatta, Responsabile Business Development di ARTES 4.0, ci ha pensato Paolo Dario, Direttore Scientifico di ARTES 4.0 e Professore Emerito della Scuola Superiore Sant'Anna, a tracciare la rotta: "Puntiamo su un'innovazione d'eccellenza per sostenere le migliori idee e aiutarle a crescere". ARTES OpenHouse Paolo Dario Ecco quindi che Gastone Ciuti, professore ordinario di Bioingegneria all'Istituto di Biorobotica e co-fondatore di Mediate Srl, ha spiegato e dato una dimostrazione pratica all’interno dell’Hub del potenziale di HOSBOT (HOSpital roBOT), una nuova architettura modulare per robot mobili autonomi pensata per la logistica ospedaliera. Dalla consegna dei medicinali ai campioni di laboratorio, questi robot migliorano la qualità del lavoro e aumentano la sicurezza per pazienti e operatori. Giancarlo Teti, R&D Manager di Robotech, ci ha sorpresi con DustBot per la gestione dell’igiene urbana e industriale tramite robot autonomi cooperativi. All'interno di questo progetto è stato sviluppato DustClean, spazzatrice autonoma per la pulizia di aree pedonali urbane e di aree esterne di fabbricati industriali. Il contributo di Sigma Ingegneria, presentato da Matteo Pacini, Automation and Robotics Manager, ha ampliato l’orizzonte della Robotica Mobile. Non solo ci ha raccontato del robot mobile multiuso Rover per applicazioni industriali; della piattaforma Hydrone per il monitoraggio in ambienti marini; del sistema ibrido Sentinel che combina robot mobili e droni; e della mappatura 3D Radreal per la rimozione sicura di oggetti radioattivi e non. Ma ha portato all'interno dell'Hub il drone multirotore Horus realizzato in alluminio, fibra di carbonio e componenti stampati in 3D. I progetti presentati sono esempi concreti di come la Robotica Mobile sia in grado di affrontare e risolvere esigenze concrete. ARTES OpenHouse continua a febbraio con nuovi protagonisti e nuove tecnologie.
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MICSATHLON: Il talento del Made in Italy per l’innovazione – 20-21 febbraio 2025
MICSATHLON: Il talento del Made in Italy per l’innovazione – 20-21 febbraio 2025

Il MICS-Made in Italy Circolare e Sostenibile sta organizzato in sinergia con le Case del Made in Italy del MIMIT per il prossimo febbraio 2025 una grande competizione nazionale, denominata MICSathlon, che porrà all’attenzione dei giovani ricercatori del Partenariato le sfide di innovazione, circolarità e sostenibilità lanciate da imprese e realtà artigiane operanti in tre settori chiave del Made in Italy: Abbigliamento, Arredamento e Automazione. I ricercatori, riuniti in squadre, dovranno dare soluzione a problemi industriali sottoposti dalle aziende, in una sfida giocosa tra intelligenze.

MICS- MADE IN ITALY CIRCOLARE E SOSTENIBILE è un Partenariato Esteso tra Università, centri di ricerca e imprese finanziato dal MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) con fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, nell’ambito del programma NextGenerationEU (PNRR)-Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR, volta a finanziare la realizzazione di iniziative che rendano il Made in Italy circolare autosufficiente, auto-rigenerativo, affidabile, sicuro e sostenibile, dalla fase di progettazione a quella di produzione.

Tra i Partner pubblici si annoverano Università e centri di ricerca quali: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e Università degli Studi di Firenze, Soci Fondatori di ARTES 4.0, Università degli Studi di Palermo, con cui ARTES 4.0 ha sottoscritto un Accordo, e Politecnico di Bari, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Brescia, Università degli studi di Federico II di Napoli, Università degli Studi di Padova, e Università di Roma La Sapienza. Tra i Partner privati fondatori si annoverano Industriali quali: Aeffe, Brembo, Camozzi Group, Cavanna, Italtel, Itema, Leonardo, Natuzzi, Prima Additive, SACMI, SCM Group, Stazione Sperimentale dell'Industria delle Pelli e delle Materie Concianti (SSIP), Thales Alenia Space. Nel perimetro di intervento rientrano tre settori portanti dell’economia italiana:
  • abbigliamento
  • arredamento 
  • automazione-meccanica
(tre delle quattro “A” del Made in Italy)

Le aziende partecipanti, appartenenti ai settori sopra indicati, proporranno delle sfide relative alle proprie aree di appartenenza. Durante l'evento, i giovani ricercatori di MICS verranno divisi in gruppi di lavoro e verrà assegnata loro una sfida, elaborata dalle aziende. Ciascuna squadra riceverà un kit di lavoro di base per supportare il processo creativo e potrà beneficiare del supporto di mentori provenienti dalle aziende proponenti. Le soluzioni presentate dalle squadre durante la sessione finale saranno valutate da una giuria di esperti, provenienti sia dal mondo industriale che accademico. Verranno selezionati tre gruppi vincitori, uno per settore, basandosi su quattro criteri: impatto del progetto, fattibilità, innovazione e qualità della presentazione. I vincitori avranno diritto a presenziare al Made in Italy Innovation Forum, la grande fiera delle eccellenze italiane organizzata da MICS per il mese di giugno.

Le aziende appartenenti ai settori abbigliamento, arredamento, automazione-meccanica ed interessate a presentare una sfida possono inviare la loro proposta compilando l’apposito modulo presente al seguente link https://www.mics.tech/micsathlon-il-talento-del-made-in-italy-per-linnovazione/
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Nasce a Firenze la Casa del Made in Italy | ARTES 4.0 presenta tre progetti all’avanguardia
Nasce a Firenze la Casa del Made in Italy | ARTES 4.0 presenta tre progetti all’avanguardia
Quando il nastro tricolore è scivolato via, tagliato dalle lame delle forbici impugnate dalla sottosegretaria di Stato Fausta Bergamotto, l'idea del Ministero delle Imprese e del Made in Italy di mettere a disposizione dei territori un nuovo strumento per la promozione e la tutela delle imprese, è diventata realtà. La Casa del Made in Italy a Firenze, presso la loggia monumentale al primo piano di via Pellicceria 3, è un fulcro strategico che connette istituzioni, mondo della ricerca, imprese ed enti locali per promuovere iniziative e superare le criticità, nel pieno rispetto delle vocazioni e delle eccellenze territoriali. La mission dichiarata è favorire un contatto diretto tra i territori e le direzioni generali centrali del Dicastero allo scopo di offrire informazioni e assistenza alle imprese e ai cittadini e promuovere gli investimenti, per sviluppare ancora di più il tessuto produttivo locale. All'evento inaugurale, alla presenza tra gli altri di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, è stata invitato a partecipare anche il Centro di Competenza ARTES 4.0 con la direttrice esecutiva Francesca R. Tonini che ha ricordato come "la Casa del Made in Italy non è solo un luogo fisico, ma un simbolo del nostro Paese: un punto d'incontro tra l'eccellenza che ha definito la nostra storia e le tecnologie avanzate che stanno ridisegnando il nostro ruolo nel mondo". Dopo il taglio del nastro, la sottosegretaria Bergamotto ha proceduto all’annullo di un timbro celebrativo dell’evento raffigurante l’uomo vitruviano e il giglio fiorentino. “Firenze è la quattordicesima città nella quale viene inaugurata una Casa del Made in Italy - ha sottolineato Bergamotto -. Questa struttura rappresenta un punto di incontro per creare sinergie tra imprese, cittadini, istituzioni, università, camere di commercio e Case delle tecnologie emergenti, al fine di raccogliere e monitorare le sensibilità territoriali in campo economico. Sarà un collegamento diretto con le direzioni generali del Ministero: le sue competenze sono qui a disposizione per il rilancio del Made in Italy". Il nostro Centro di Competenza ha portato l'innovazione con un angolo espositivo con alcune delle tecnologie emergenti in sperimentazione, per facilitarne il successivo trasferimento al tessuto imprenditoriale della Regione:
  • FLBE30 by Wearable Robotics: una soluzione innovativa per il supporto alla movimentazione manuale dei carichi;
  • Mia Hand by Prensilia: una protesi robotica che consente agli utenti di eseguire l'80% dei gesti quotidiani;
  • Kiber - Instant Expertise Everywhere: una tecnologia indossabile che ottimizza i processi di costruzione, manutenzione e formazione.
Il nuovo spazio fornirà assistenza continuativa alle imprese del territorio, aiutandole a sfruttare al meglio gli incentivi pubblici, e favorirà un dialogo continuativo tra istituzioni e mondo imprenditoriale. Inaugurazione Casa del Made in Italy
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ARTES OpenHouse: al via il ciclo di incontri per esplorare nuove tecnologie e incrementare il proprio business
ARTES OpenHouse: al via il ciclo di incontri per esplorare nuove tecnologie e incrementare il proprio business
Il Centro di Competenza ARTES 4.0 lancia ARTES OpenHouse, un ciclo di incontri esclusivi pensati per aziende che vogliono ampliare le possibilità di business acquisendo tecnologie in grado di rivoluzionare i propri processi produttivi e il posizionamento nei mercati. Robotica Mobile, Robotica Collaborativa, Manifattura Additiva, Intelligenza Artificiale e molto altro, spiegati e discussi in modo concreto: ARTES OpenHouse è il luogo dove le idee prendono forma e le soluzioni trovano spazio.

Robotica Mobile protagonista del primo evento

Il primo appuntamento è in programma il 22 gennaio 2025, dalle 17:45 alle 19:30, nell’ARTES 4.0 Hub a Pontedera (Viale Rinaldo Piaggio, 34). Il tema sarà la Robotica Mobile, declinata secondo un nuovo format interattivo in grado di dare immediatamente all’azienda il valore della tecnologia nell’ambito del proprio business. E in particolare l’utilizzo di sistemi per: - Task di trasporto di prodotti e materiali - Trasporto di merci e prodotti in ambienti indoor, outdoor o integrati nelle linee di produzione, muletti automatici. - Task d’ispezione in ambienti pericolosi per gli operatori umani - Task di ispezione in ambienti ostili quali ambienti angusti, subacquei o in quota. - Task alienanti ed usuranti - Task di trasporto ripetitivi all’interno di linee di produzione strutturate. Task di trasporto di prodotti e merci pesanti e/o ingombranti. Task affini alle attività agricole o allevamento. - Teleoperazione - Task in ambienti non raggiungibili ad operatori umani a causa di ambienti inaccessibili o eccessivamente pericolosi. Task di ispezione in ambienti disastrati. - Servizi - Task di supporto ad attività produttive, robot per raccolta spazzatura o pulizie. Robot mobili per task di reception, robot mobili per assistenza ad anziani o disabili.

Un format esclusivo per ispirare e connettere

ARTES OpenHouse si distingue per il suo approccio pratico e mirato che combina la conoscenza sviluppata in ambienti universitari e di ricerca con i bisogni di innovazione delle aziende in momenti di confronto e networking che garantiscono un’esperienza completa di match
  • Open Talk: una presentazione chiara e approfondita della tecnologia protagonista dell’incontro;
  • Business Panel: un confronto diretto con esperti e aziende per analizzare sfide e opportunità;
  • Networking: un aperitivo esclusivo per creare connessioni strategiche e condividere idee.

Perché partecipare

ARTES OpenHouse è un’opportunità per scoprire nuove tecnologie, confrontarsi con esperti e costruire relazioni che possono fare la differenza nel proprio ambito di attività. Il ciclo di eventi è pensato per aziende, imprenditori e professionisti che vogliono fare business e crescere in un mercato sempre più competitivo.

Per iscriversi e maggiori informazioni

La partecipazione è gratuita, ma i posti sono limitati. Per registrarsi al primo incontro e scoprire maggiori dettagli, basta collegarsi al SITO WEB DEL NUOVO FORMAT e compilare il modulo di contatto.  
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OM3GA Structural Constructions: la manifattura additiva nel settore delle costruzioni
OM3GA Structural Constructions: la manifattura additiva nel settore delle costruzioni

L’evoluzione del mondo della manifattura spinto negli ultimi anni dal paradigma Industry 4.0 e dal concetto di fabbricazione digitale ha impattato solo parzialmente il settore delle costruzioni.

L’adozione di tecnologia di manifattura additiva completerebbe il passaggio alla fabbricazione digitale avviato col BIM portando anche in questo settore i vantaggi che si sono visti in altri casi applicativi. Nel caso studio preso in esame riguardante la realizzazione degli elementi strutturali di una sottostazione elettrica ricorrendo ad un nuovo concetto di “Fabbrica Mobile” robotizzata per il 3D Concrete Printing, si stima una riduzione di materiale fino al 40%, una riduzione dei tempi di costruzione di circa 20 giorni e benefici di sostenibilità e safety. Con il progetto OM3GA Structural Constructions vogliamo colmare alcune delle lacune tecnologiche e procedurali che a nostro avviso ostacolano la 3DCP in casi applicativi come questo e su larga scala relegandola attualmente ad elementi architettonici perlopiù decorativi, non strutturali e provvisori.
    • Ostacoli normativi e progettuali: elaborando metodologie di calcolo e di verifica per la manifattura additiva di calcestruzzo, ricorrendo a sensori strutturali integrati e lavorando in stretto contatto con gli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni
    • Ostacoli nella definizione dei business case: definire KPI per calcoli LCA (Life Cycle Assessment) e studi di fattibilità
    • Ostacoli logistici e di cantiere: realizzando una “fabbrica mobile” robotizzata integrata in un cantiere tradizionale
Il progetto si concluderà con la dimostrazione dell’intero processo di fabbricazione digitale di elementi strutturali fissi in calcestruzzo mediante manifattura additiva in un caso applicativo reale legato al mondo delle energie rinnovabili, scenario che da una rilevante prospettiva di scalabilità dato l’impegno a livello nazionale di installare 60 GW di energie rinnovabili entro il 2030. Progetto Om3ga
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Contributi per creazione e consolidamento di start-up innovative
Contributi per creazione e consolidamento di start-up innovative
La Regione Toscana ha lanciato il bando “Sostegno per la creazione e il consolidamento di start-up innovative”, approvato con il decreto dirigenziale 24263 del 29 ottobre 2024. L’obiettivo del bando è duplice: sostenere la costituzione di nuove imprese innovative e consolidare quelle già esistenti, contribuendo così al rafforzamento del sistema regionale delle start-up innovative. Questa iniziativa si colloca nell’ambito del programma regionale FESR 2021-2027 e del progetto Giovanisì, dedicato all’autonomia dei giovani.

Destinatari e finalità del bando per le creazione e il consolidamento di startup innovative

Il bando mira a concedere agevolazioni sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto per favorire lo sviluppo di progetti innovativi. I destinatari sono:
  • Start-up innovative già costituite negli ultimi 36 mesi e iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese.
  • Persone fisiche che si impegnano a costituire una start-up innovativa entro sei mesi dall’ammissione al finanziamento.
Entrambi i soggetti devono rientrare nella categoria di micro o piccole imprese, avere sede legale o operativa in Toscana ed essere attivi nei settori ammessi secondo la Delibera di Giunta Regionale 1155/2023. Per le imprese costituende, sarà necessario dimostrare il possesso di un codice ATECO primario idoneo alla data di iscrizione al Registro delle Imprese.

Tempistiche e modalità di partecipazione al bando della Regione Toscana

Le domande potranno essere presentate fino al 31 gennaio 2025 (ore 16) attraverso la piattaforma online “Sistema Fondi Toscana” (SFT). La domanda deve essere redatta in italiano, sottoscritta dal rappresentante legale dell’impresa richiedente e corredata da una scheda tecnica che descriva dettagliatamente il progetto, inclusi obiettivi, cronoprogramma e modalità di realizzazione. L’accesso alla piattaforma è possibile tramite SPID, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Ogni domanda deve essere corredata dal pagamento di un’imposta di bollo di 16 euro, salvo esenzioni previste dalla legge.

Spese ammissibili e tipologia di agevolazione

Sono ammissibili le spese per servizi qualificati di consulenza, attrezzature materiali e immateriali, e servizi amministrativi legati alla gestione e rendicontazione del progetto. Le agevolazioni, erogate sotto forma di contributi a fondo perduto, coprono fino al 90% dei costi totali ammissibili, con un investimento minimo di 10.000 euro e un massimo di 100.000 euro. La dotazione finanziaria complessiva del bando è pari a 2,8 milioni di euro, inclusi eventuali incrementi in base all’andamento delle richieste.

Contattaci per supporto e consulenza

Il Centro di Competenza ARTES 4.0, grazie alla sua rete di esperti e competenze interdisciplinari, è pronto a supportarti nella preparazione della domanda e nello sviluppo del progetto. Offriamo servizi di consulenza specializzata per aiutarti a cogliere questa opportunità di crescita e innovazione. Contattaci per ricevere maggiori informazioni e assistenza personalizzata.
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Sicurezza e tecnologia: il successo di Digital Safety con BIT INAIL –  ARTES 4.0
Sicurezza e tecnologia: il successo di Digital Safety con BIT INAIL – ARTES 4.0
Sicurezza sul lavoro e innovazione tecnologica: obiettivi raggiunti e approvazione unanime! Con grande soddisfazione annunciamo il raggiungimento degli obiettivi fissati dal progetto finanziato tramite il bando BIT INAIL - ARTES 4.0. Il lavoro congiunto di sviluppo, test e validazione ha portato alla realizzazione della piattaforma Digital Safety, uno strumento innovativo che ha già dimostrato la sua efficacia in ambienti operativi reali. Grazie alla collaborazione con le aziende pilota Scapigliato SRL, Idrotherm 2000 SPA e Nuova Simat SRL, la piattaforma è stata testata, migliorata e portata al livello di maturità TRL 8, pronto per una diffusione su larga scala. Questo progetto rappresenta un importante passo avanti nella digitalizzazione della sicurezza sul lavoro, un ambito cruciale per la salute e il benessere dei dipendenti e per la competitività delle imprese.

Digital Safety: una piattaforma pensata per il futuro

Negli ultimi anni, il tema della sicurezza sul lavoro ha richiesto soluzioni sempre più innovative, non solo per garantire ambienti lavorativi più sicuri, ma anche per ottimizzare i processi aziendali e contenere i costi operativi. Digital Safety risponde esattamente a questa esigenza, proponendosi come una piattaforma tecnologicamente avanzata e flessibile. Le caratteristiche principali della piattaforma includono:
  • integrazione con software aziendali: grazie a robuste API, Digital Safety dialoga in tempo reale con i sistemi gestionali già in uso, semplificando l’accesso e la gestione dei dati;
  • tracciamento intelligente dei DPI: la tecnologia NFC automatizza la registrazione delle operazioni legate ai dispositivi di protezione individuale, eliminando gli errori manuali e migliorando la precisione delle informazioni;
  • interfaccia user-friendly: basata sui feedback delle aziende tester, l’interfaccia è stata ottimizzata per essere intuitiva, permettendo anche a personale con limitate competenze digitali di utilizzarla efficacemente;
  • struttura modulare e scalabile: la piattaforma è progettata per adattarsi alle esigenze di aziende di ogni dimensione, dalle piccole imprese alle realtà più strutturate, garantendo così un utilizzo versatile e personalizzabile;
  • performance elevate: il miglioramento della velocità e della reattività ha reso l’esperienza d’uso fluida anche in contesti di lavoro intensivi.

Il feedback delle aziende pilota: una conferma del successo

Il valore della piattaforma è stato certificato dal parere entusiasta delle tre aziende pilota coinvolte, appartenenti a settori industriali diversi. I loro contributi sono stati fondamentali per perfezionare e adattare Digital Safety alle necessità reali delle imprese.
  • Scapigliato SRL: questa azienda ha descritto la piattaforma come “molto completa e ben integrata nei processi aziendali”. La scalabilità è stata particolarmente apprezzata, rendendo Digital Safety una soluzione capace di crescere insieme alle esigenze dell’azienda. Inoltre, l’interfaccia intuitiva ha permesso una rapida adozione da parte dei dipendenti, contribuendo a un risparmio operativo tangibile e a una maggiore produttività.
  • Idrotherm 2000 SPA: operando in un settore altamente regolamentato, Idrotherm ha apprezzato la capacità della piattaforma di migliorare la conformità normativa, un aspetto cruciale per l’azienda. Le funzionalità NFC hanno ridotto significativamente i tempi necessari per la gestione della sicurezza. Tuttavia, l’azienda ha suggerito ulteriori personalizzazioni per adattare alcune funzionalità alle realtà più piccole, con particolare attenzione alla semplificazione di alcune impostazioni.
  • Nuova Simat SRL: questa azienda ha elogiato la scalabilità della piattaforma e la sua capacità di rispondere anche a esigenze future. Digital Safety ha contribuito a incrementare la consapevolezza dei dipendenti sui rischi e a migliorare la qualità complessiva degli ambienti lavorativi. Tra i suggerimenti, l’azienda ha proposto una semplificazione del menu delle impostazioni, soprattutto per le piccole realtà che necessitano di processi più snelli.

Benefici tangibili per le lmprese

Uno dei principali punti di forza del progetto è stato l’impatto concreto e misurabile che Digital Safety ha avuto sulle aziende che l’hanno adottata.
  • benefici economici: grazie a un’ottimizzazione nella gestione dei DPI e dei processi di sicurezza, le aziende hanno ottenuto una riduzione degli sprechi e un significativo risparmio di tempo. Questo ha permesso di riallocare risorse verso attività strategiche, migliorando la competitività e l’efficienza complessiva;
  • impatto sociale: Digital Safety ha migliorato la percezione della sicurezza sul lavoro da parte dei dipendenti. L’accesso semplificato ai dati personali legati alla sicurezza ha aumentato la consapevolezza sui rischi e ridotto le preoccupazioni legate a eventuali incidenti, creando un ambiente di lavoro più sereno e produttivo;
  • efficienza operativa: L’automazione e la centralizzazione dei dati hanno reso le attività dei responsabili della sicurezza più semplici ed efficaci, riducendo gli errori e migliorando la qualità delle analisi.

Verso il futuro: una soluzione pronta per il mercato

Il progetto Digital Safety si conclude con una grande conferma del valore aggiunto apportato al settore della sicurezza sul lavoro. Le aziende pilota hanno dimostrato che questa piattaforma non è solo un prodotto tecnologico, ma uno strumento trasformativo, in grado di migliorare la sicurezza, ottimizzare i processi e ridurre i costi. Il prossimo passo sarà l’implementazione su larga scala. Digital Safety è pronta a entrare sul mercato e a diventare una soluzione di riferimento per le aziende che vogliono investire nella digitalizzazione della sicurezza. Se siete interessati a scoprire come Digital Safety può rivoluzionare la gestione della sicurezza nella vostra azienda, non esitate a contattarci! Siamo pronti a supportarvi in questo viaggio verso un futuro più sicuro e tecnologicamente avanzato.  
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Start-up e micro-imprese: il Voucher 3I finanzia l’innovazione. Domande al via
Start-up e micro-imprese: il Voucher 3I finanzia l’innovazione. Domande al via
Sono aperti i termini per presentare domanda da parte di micro imprese e start-up innovative per accedere al Voucher 3I. Si tratta di un’agevolazione mirata a sostenere l’innovazione attraverso l'acquisto di servizi professionali. Il programma, rivolto a consulenti in proprietà industriale e avvocati, supporta la brevettazione di invenzioni industriali. Dopo la conferma del rifinanziamento della misura a settembre 2024, il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha emanato il decreto che stabilisce termini e modalità per la presentazione delle richieste di accesso. La dotazione complessiva è pari a 9 milioni di euro: 8 milioni destinati al 2023 e 1 milione al 2024. Le risorse comprendono un compenso amministrativo fissato all’1,5% del totale.

Voucher 3I, i servizi agevolati

Il Voucher 3I - Investire in innovazione è un’agevolazione per micro imprese e start-up innovative, concepita per incentivare l’acquisto di servizi professionali offerti solo da avvocati e consulenti in proprietà industriale. L’obiettivo è supportare la brevettazione delle invenzioni industriali, facilitando l’accesso a competenze qualificate. I servizi finanziati comprendono:
  • le ricerche di anteriorità preventive e la verifica della brevettabilità dell’invenzione;
  • la stesura e il deposito della domanda di brevetto presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi;
  • il deposito all’estero di una domanda di brevetto, rivendicando la priorità di una domanda nazionale già presentata.
Questa misura è un’opportunità concreta per favorire l’innovazione e proteggere le idee delle imprese italiane.

Quali incentivi per micro imprese e startup

Le agevolazioni dei Voucher 3I, concesse in regime de minimis, prevedono i seguenti importi:
  • 1.000 euro + Iva per i servizi di consulenza riguardanti la verifica della brevettabilità dell’invenzione e le ricerche di anteriorità preventive;
  • 3.000 euro + Iva per i servizi di consulenza relativi alla stesura e al deposito della domanda di brevetto presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi;
  • 4.000 euro + Iva per i servizi di consulenza inerenti il deposito all’estero di una domanda nazionale di brevetto.
Il Voucher 3I non copre gli oneri legati a tasse e diritti relativi al deposito delle domande di brevetto.

Come presentare la domanda per accedere ai Voucher 3I

Le domande di agevolazione per accedere ai Voucher 3I devono essere presentate dalle microimprese e dalle start-up innovative interessate, pena l’invalidità, solo in modalità telematica attraverso la piattaforma informatica di Invitalia. Le candidature saranno accettate fino all’esaurimento delle risorse disponibili per l’erogazione dei voucher. Ciascuna start-up o microimpresa può presentare una sola domanda, riferita a uno solo dei servizi previsti dal bando. Il servizio può essere erogato solo da mandatari abilitati espressamente iscritti in un albo specifico per la sua erogazione.
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