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Artes 4.0, Enza Spadoni: “Costruiamo un’innovazione che parte dalla Sicilia e guarda al futuro”

enza spadoni robot

Giugno 8, 2025

Intervista di Luisa Cassarà, pubblicata su Innovation Island La Sicilia, con la sua posizione strategica e il patrimonio culturale millenario, sta riscoprendo un nuovo ruolo: quello di hub dell’innovazione. A crederci con forza è Enza Spadoni, Responsabile Area Trasferimento Tecnologico & Relazioni Esterne del Centro di Competenza ARTES 4.0. Spadoni, dopo un percorso accademico e professionale iniziato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha deciso di riportare il proprio know-how nella sua terra d’origine. “La politica dell’innovazione in Sicilia non può prescindere da un modello Mediterraneo”, afferma, sottolineando quanto l’isola possa essere protagonista nella creazione di ecosistemi capaci di generare crescita nei settori tipici del territorio: dall’agricoltura alla biodiversità, dalla blue economy all’artigianato e all’industria creativa. Palermo capitale dell’innovazione sostenibile A Palermo Artes 4.0, che è un Centro di Competenza ad alta specializzazione finanziato dal MIMIT, ha creato una prima sede Macronodo dentro il CNR – “La nostra è una struttura a rete con sedi prossi i Soci Fondatori o Macronodi, che sono 13 tra Università e Centri di Ricerca nazionali”, spiega Spadoni. È stata realizzata una seconda unità operativa, oltre quella principale in Toscana, presso l’Università di Palermo, creando un link diretto con le imprese del territorio e spingendo la generazione di nuova impresa. “La nostra è una struttura a rete. Il legame con il mondo universitario è essenziale per rafforzare i processi di innovazione”, spiega Spadoni, che vede nella sinergia tra imprese, ricerca e istituzioni il punto di partenza per trattenere i giovani e valorizzare le risorse locali. Il modello è quello della “science-driven innovation”, un approccio che parte dalla scienza per creare ricadute economiche e sociali immediate. Una visione che parte dal Sud Il Centro di Competenza non si limita a erogare servizi: vuole innescare un cambiamento culturale, superando ostacoli “storici” come la burocrazia lenta, la carenza infrastrutturale e la mancanza di una visione di lungo termine: “Ciò che a mio parere influisce più di tutto il resto sui ritardi di sviluppo è la reale assenza di una visione a lungo termine”, sottolinea Spadoni, che precisa: “Non parlo di finanziamenti, ché al momento sicuramente non mancano, ma di una capacità solida di metterli a frutto”. “La spinta vera alla crescita e agli equilibri territoriali può e deve partire dal Sud. Consapevolezza, questa, che ha sempre animato il Centro di Competenza toscano guidato dal prof. Paolo Dario, che ne è Direttore Scientifico, e dal prof. Antonio Frisoli, Presidente, entrambi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa”. È una chiamata all’azione, un invito a costruire reti collaborative stabili, a sistematizzare le competenze già presenti in Sicilia, integrandole in strategie condivise: “Servono più sinergie ed ecosistemi che sistematizzino le reciproche attività in ottiche comuni, reti collaborative tra istituzioni, cittadini e imprese che riescano a non disperdersi e nemmeno a sovrapporsi, ma ad amplificare esponenzialmente le azioni di ciascuno e le competenze locali in strategie condivise”. Le vocazioni siciliane: tra agritech, turismo e sostenibilità ARTES 4.0 lavora seguendo le linee delle strategie regionali di specializzazione intelligente (S3), ma nel caso della Sicilia la visione si amplia. “Crediamo molto nella necessità di favorire il South Working anche e soprattutto attraverso la creazione di impresa”, sottolinea Spadoni. L’idea è quella di una Sicilia protagonista nel Mediterraneo grazie all’applicazione delle tecnologie digitali nei settori agricolo, energetico e turistico. Agricoltura di precisione, infrastrutture digitali, energie rinnovabili e valorizzazione del patrimonio culturale diventano così leve per l’inclusione e la crescita. Il modello “One Health” e la sfida dell’Intelligenza Artificiale La scienza, in questa visione, è al centro di ogni trasformazione. Non a caso ARTES 4.0 ha siglato un importante accordo con la Fondazione Ri.MED e l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna per sviluppare un polo di eccellenza su medicina, bionica e intelligenza artificiale. “La capacità di tradurre velocemente i risultati scientifici in applicazioni cliniche è alla base del modello ‘science-driven innovation’”, racconta Spadoni, che vede nella tecnologia non solo un abilitatore industriale, ma anche uno strumento per migliorare la qualità della vita. È in questa prospettiva che l’intelligenza artificiale va interpretata. Strumento potente e controverso, può generare progresso o diseguaglianze. Ma per Spadoni non c’è dubbio: “Credo fortemente nel potere di supporto della tecnologia alla qualità del vivere”. ARTES 4.0 coordina anche uno European Digital Innovation Hub che opera sui temi delle smart cities, della digitalizzazione della PA e dell’industria, promuovendo un’innovazione sostenibile, antropocentrica e orientata alla resilienza: “Uno dei nostri payoff è infatti Human and Planet Centered, secondo il paradigma dell’Industria 5.0 su settori di interesse cruciale per lo sviluppo della nostra società e in un’ottica di sostenibilità, in tutti i sensi, dall’ambiente all’inclusione”, spiega Spadoni. Come collaborare con ARTES 4.0 Il Centro è aperto alla collaborazione con imprese, startup e professionisti. Oltre ai servizi già attivi – come audit tecnologici, supporto all’accesso ai finanziamenti, formazione e accompagnamento all’innovazione – ARTES 4.0 pubblica regolarmente bandi per lo sviluppo di progetti sostenuti da contributi ministeriali o privati. “Il nostro partenariato aggrega competenze che rendono esaustiva la nostra offerta di servizi innovativi alle imprese italiane – e siciliane – di qualsivoglia dimensione. I focus tecnologici ad alta specializzazione riguardano la robotica avanzata e collaborativa declinata in tutti i possibili campi applicativi, l’IA e le tecnologie digitali abilitanti l’Industria 4.0 e l’Industria 5.0 forti di infrastrutture, facilities, strumentazioni, laboratori e linee dimostrative di ciascuno dei nostri 150 soci, con servizi che oltre il Test before invest riguardano l’audit tecnico, la due diligence e l’assessment tecnologico, la formazione, consulenze sull’Intellectual Property, il networking, l’accesso ai finanziamenti”, sottolinea Spadoni. “Le imprese potranno affiliarsi al Centro di Competenza divenendone soci e quindi fornitori di servizi alle imprese, o richiederci un servizio di innovazione tra TRL 4-5 e TRL 7-8 con una semplice domanda da compilare, disponibile sul sito, o sviluppare con noi e i nostri partner sul territorio, tra i quali l’Università, progettualità congiunte”, spiega ancora, ricordando che la sede di Palermo fungerà da collettore di tutte le risorse disponibili per la Sicilia. Innovare per migliorare la società Per Enza Spadoni, innovare significa agire con responsabilità. È una visione etica, oltre che tecnica: “Nella mia esperienza, da sempre nel campo del trasferimento tecnologico, più che fare innovazione ho tentato di applicarla dove serviva per contribuire a creare sviluppo, traghettandola dai laboratori al territorio, ma non è spesso facile fare emergere i bisogni di innovazione, da una parte, né, dall’altra, orientare la ricerca verso qualcosa di immediatamente applicabile”. “La tecnologia è sempre il mezzo, mai il fine. In questo contribuiscono molto due aspetti: la capacità di saper comunicare e la forza delle connessioni umane, ben maggiore di quella tecnologica. È nelle commistioni, nelle sinergie, nella capacità di realizzare ponti, di costruire ecosistemi, nella parola “insieme”, che può nascere il cambiamento vero. Perché la vera innovazione non è solo ciò che costruiamo, ma come lo costruiamo — insieme”, conclude Spadoni. Una frase che riassume il senso profondo di una visione che, da Palermo, lavora per un modello di innovazione inclusivo, sostenibile e umano, in grado di guardare lontano. Verso il Mediterraneo e, oltre, verso il futuro.

One Health e innovazione, Paolo Dario: “Il futuro è nel Mediterraneo”

Paolo Dario

Novembre 26, 2024

Intervista di Luisa Cassarà, pubblicata su Innovation Island Il partenariato strategico tra la Fondazione Ri.MED (con sede a Palermo), l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0 (con sede principale in Toscana e un centro in Sicilia) ha segnato un ulteriore passo per la crescita del Sud Italia nel segno dell’innovazione e della creazione di impresa. L’accordo tra questi attori, infatti, persegue l’obiettivo di dare vita a un riferimento per la comunità di ricerca internazionale, con la cooperazione nei campi della medicina e della bioingegneria, mettendo a sistema conoscenze, infrastrutture e competenze. Del valore dell’innovazione e della cooperazione abbiamo parlato nel corso di un’intervista con il professor Paolo Dario, direttore scientifico del Centro di Competenza ARTES 4.0 e professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna. “L’obiettivo di tutti i processi di innovazione più moderni è creare un collegamento tra la scoperta e dell’industria, realizzare un ponte che unisca il mondo della scoperta con il mondo dell’invenzione e del prodotto”, sottolinea il professor Dario, che aggiunge: “La scienza fa le scoperte, che spesso sono poco orientate all’azione e non hanno un immediato ritorno economico. Le imprese, invece, hanno l’obiettivo di fare innovazione di prodotto e di processo, cose di cui beneficia l’utente finale”. Quindi prosegue: “I migliori ecosistemi fanno questo molto bene: questo passaggio avviene ad esempio negli Stati Uniti, nel Nord Europa, in Giappone o in Inghilterra. Sono Paesi che hanno molti Premi Nobel, ma anche molte innovazioni di prodotto e di processo, che producono ricchezza. La ricchezza non va intesa come ciò che si vuole nell’immediato, ma bensì come ciò che ritorna con benefici diffusi per il territorio”. “L’innovazione non è un concetto astratto” In questo contesto, l’Italia ha una sfida da cogliere: “La vera sfida, per la Sicilia e per l’Italia è generare tutto questo, non solo in settori hi-tech. È ”lavorare” in casa per generare ricchezza. Abbiamo molti innovatori, ma non li coltiviamo, perché vanno via: non abbiamo un sistema in grado di farli crescere e valorizzarli. L’innovazione non è qualcosa di astratto o di teorico, io sono un cultore dell’innovazione vissuta e fatta”. È proprio con una visione orientata all’azione che è nato tra Fondazione Ri.MED, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0 un accordo “in un contesto di grande qualità, tra istituzioni in perfetta sintonia, per dare un’accelerazione sul tema del One Health, cioè una visione integrata della salute”. Il modello One Health si sviluppa come un percorso integrato verso una vita sana e longeva, supportato da numerosi fattori: dall’ambiente al cibo, dall’attività fisica alle relazioni sociali, arrivando all’atmosfera. Le fasi del ricovero ospedaliero, sempre più breve grazie alla ricerca biomedica e biorobotica, e della riabilitazione, sono successive. “Affinché si possano raggiungere i pazienti, c’è bisogno dell’impresa: creare valore tramite le imprese in Sicilia è una delle grandi sfide che noi ci proponiamo”, spiega il professor Dario. Innovazione aperta, inclusiva e internazionale Il Mediterraneo, oggi, ha un ruolo sempre più strategico per l’innovazione: “L’Europa del Sud, per molto tempo, non è stata leader nel campo della ricerca o della formazione, ma negli ultimi anni la situazione è cambiata – sottolinea Dario -. L’Italia è oggi leader nella ricerca in molti settori. Essere affacciati sul Mediterraneo, è un vantaggio, è il nostro futuro, c’è un forte potenziale di crescita in aree come il Nord Africa e bisogna guardare con ottimismo alla collaborazione: la Sicilia è un ponte verso l’Africa ed è importante avere un’idea aperta, inclusiva e internazionale. Tra le qualità della Sicilia c’è il dinamismo commerciale, da arricchire con la ricerca e le nuove imprese”. Un percorso virtuoso di crescita non può prescindere dalla conoscenza: “Ai miei studenti cito spesso il XXVI canto dell’Inferno della Divina Commedia, Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Virtute, cioè principi, e conoscenza: sono questi i segreti per vivere bene”. Educazione e conoscenza, sono elementi essenziali per vivere bene. Una certezza, questa, che si applica anche alla riflessione sulle nuove tecnologie e sul loro impiego: “Chi non ha conoscenza, subisce. Siamo noi a scegliere cosa vogliamo o non vogliano. Nessuna paura: le tecnologie le facciamo e dobbiamo decidere come usarle, con consapevolezza“, conclude il professor Dario.

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