Skip to main content

Robot intelligenti e “umani”: presente e futuro della biorobotica

agenda digitale

Maggio 7, 2025

La biorobotica unisce biologia e robotica per creare tecnologie che supportano l’umanità. Dai robot chirurgici alle protesi intelligenti, questa disciplina rivoluzionaria sviluppa soluzioni concrete per la salute, l’assistenza e la tutela dell’ambiente. Ne ha parlato il Professore Paolo Dario, Direttore Scientifico di ARTES 4.0 e Professore Emerito della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa su Agenda Digitale, testata scientifica che fa parte del più grande network in Italia di testate e portali B2B dedicati ai temi della Trasformazione Digitale e dell’Innovazione Imprenditoriale. --- La biorobotica rappresenta oggi il ponte tra l’ingegneria robotica e le scienze della vita, un campo rivoluzionario che va ben oltre le visioni fantascientifiche per offrire soluzioni concrete alle sfide dell’umanità. Attraverso lo studio e l’imitazione dei sistemi biologici, questa disciplina sviluppa tecnologie che non sostituiscono l’uomo, ma lo supportano e potenziano, dall’assistenza medica alla tutela ambientale. L’opinione pubblica della quarta rivoluzione industriale teme che i robot possano sostituire le persone. Ma mentre l’intelligenza artificiale è sempre più mainstream e sembra invadere qualunque nostra percezione sulla tecnologia, io credo che l’intelligenza debba andare alla fisicità delle macchine, e che queste possano essere concretamente di supporto e aiuto alle esigenze dell’umanità e dell’ambiente. Origine e significato della biorobotica L’ambizione di realizzare creature artificiali intelligenti simili a ciò che è umano, gli “umanoidi”, appartiene in qualche modo al confine tra scienza e fantascienza che, se da una parte ha arricchito il nostro immaginario e la creatività di artisti, registi e scrittori e scrittrici, dall’altra ha stimolato le sfide dell’ingegneria e della ricerca consentendo il passaggio dalle tecno-utopie al post-umano che tanto “post” non è più: i robot sono già tra noi, nella nostra vita quotidiana, compagni alleati tra specie umana e macchine intelligenti per affrontare insieme le grandi sfide della conoscenza, della dignità e della difesa del pianeta, del supporto alla vita delle persone. Non a caso coniammo il termine “biorobotica”, dove il prefisso “bio” rappresenta la necessaria attenzione a questi aspetti. La nascita e l’affermazione della biorobotica Quando iniziammo a parlare di biorobotica, circa quarant’anni fa, sembrava un concetto quasi visionario. Oggi invece è diventata una scienza pienamente affermata, capace di incidere profondamente sulla nostra vita, sulle tecnologie che utilizziamo, sulla salute e sulla comprensione stessa del funzionamento del corpo umano. Personalmente ho avuto l’onore e la fortuna di contribuire alla nascita di questa disciplina, convinto sin da subito che la robotica potesse e dovesse diventare non solo una tecnologia applicata all’industria, ma un campo scientifico in grado di dialogare con la biologia, la medicina, le neuroscienze, l’ambiente. Nei primi anni Ottanta provammo ad applicare la robotica alla soluzione delle esigenze di salute delle persone: a quel tempo, parlare di robot applicati al corpo umano suscitava diffidenza, a volte persino ironia. Eppure, nel 1989 contribuimmo a organizzare uno dei primi convegni internazionali dedicati al tema. Era una scommessa culturale e scientifica. La fondazione dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna ha rappresentato il coronamento di un percorso iniziato con pochi allievi, oggi più di 300 tra ricercatori, docenti e colleghi. Oggi l’Istituto è riconosciuto a livello mondiale come uno dei centri d’eccellenza nel settore ed una delle più grandi scuole di dottorato al mondo. Gli approcci della biorobotica: bio-ispirazione e bio-applicazione All’inizio, persino usare la parola biorobotica era considerato eccessivo. Ma io ero e resto convinto che servisse una massa critica di scienziati/e ed ingegneri/e per esplorare un territorio nuovo, in cui biologia e ingegneria potessero convergere. Abbiamo sviluppato la distinzione tra bio-ispirazione, ovvero osservare la natura per imitarla, e bio-applicazione, cioè usare la robotica per risolvere problemi concreti in medicina e riabilitazione. Con la biorobotica abbiamo progressivamente dato concretezza a concetti che sembravano destinati alla fantascienza: la chirurgia robotica, le protesi intelligenti, i robot collaborativi capaci di condividere spazi e compiti con l’uomo. Oggi è normale parlare di robot in sala operatoria. Ma negli anni Ottanta solo ipotizzarlo appariva folle. Eppure, siamo riusciti a trasformare quel sogno in realtà, sviluppando successivamente altri ambiti, fino al punto in cui la robotica ha iniziato a uscire dalle fabbriche e ad affiancare l’essere umano in compiti sempre più raffinati e delicati. Biorobotica e intelligenza artificiale: l’importanza della fisicità In questo processo, anche l’intelligenza artificiale ha giocato un ruolo importante, ma non sempre determinante. Abbiamo assistito a fasi alterne di entusiasmo e disillusione: le reti neurali, la mancanza di dati, i limiti computazionali. Oggi, grazie alla diffusione di smartphone e sensori, l’AI ha conosciuto una nuova stagione. Tuttavia, la vera sfida rimane la fisicità, la capacità di replicare la grazia di un gatto, l’equilibrio del corpo umano, l’armonia del gesto. Le applicazioni della biorobotica per l’umanità e l’ambiente La nostra ricerca guarda in due direzioni: capire come funziona il mondo vivente – animali, piante, esseri umani – e progettare soluzioni tecnologiche per affrontare problemi concreti. Dalla riabilitazione alle disabilità, dalla chirurgia alla cura dell’ambiente. Sì, perché la biorobotica si occupa anche di aiutare il nostro pianeta, con macchine che intervengono in ambienti inquinati, che monitorano la biodiversità, che migliorano l’efficienza energetica. È una visione olistica, che parte dalla vita per restituirle vita. Un robot è prima di tutto un corpo che agisce nel mondo reale. È lì che si gioca la sua utilità e la sua efficacia. Per questo continuo a pensare che non basti un software intelligente: serve una meccanica intelligente, un corpo ben progettato, una comprensione profonda della biomeccanica e della fisiologia. In questo senso, ho sempre creduto nell’importanza del dialogo tra robotica e neuroscienze, come nel progetto Neurobotics, uno dei primi tentativi di integrazione profonda tra queste due discipline. Non a caso oggi si parla di robotica collaborativa, e l’Europa – l’Italia in primis – ha dato un contributo determinante in questo campo. I robot che immaginiamo per il futuro non dovranno necessariamente parlare come esseri umani, ma dovranno sapere aiutare, fisicamente, nei gesti quotidiani, nella cura, nell’assistenza. Saranno “compagni di strada”, silenziosi e discreti, ma sempre più presenti. Le sfide future della biorobotica Il futuro della biorobotica si giocherà dunque su molte sfide, ma una è più decisiva delle altre, quella da cui partii tanti anni fa: capire meglio il corpo umano per progettare macchine che non lo sostituiscano, ma lo completino. Da qui derivano nuove esigenze ingegneristiche: materiali più leggeri, più efficienti, più sostenibili. Serve un pensiero che unisca scienza fisica e sensibilità umanistica. Non si tratta solo di realizzare nuove tecnologie, ma di farlo in modo etico e consapevole. Il riferimento a “virtute e canoscenza” del XXVI Canto dell’Inferno – che cita Ulisse – mi accompagna da sempre. Rappresenta la sintesi tra sapere e valore, tra spinta alla scoperta e senso di responsabilità. La biorobotica deve essere questo: una scienza che fa bene, che innova senza dimenticare il bene comune. La biorobotica nel prossimo futuro Guardando al futuro, non vedo rivoluzioni improvvise, ma un’evoluzione profonda. Le conoscenze si stanno integrando, le competenze si fondono. I giovani, oggi, sono la linfa della robotica mondiale, e la loro presenza massiccia ai congressi internazionali è un segnale fortissimo. Stiamo andando verso un mondo in cui la coabitazione tra umani e robot sarà una realtà. Dalle auto autonome ai droni, dai robot subacquei a quelli domestici, le applicazioni robotiche saranno ovunque e con chiunque. Nessuno aveva immaginato davvero l’impatto di Internet o dell’iPhone. Le vere rivoluzioni, quelle che cambiano tutto, sono imprevedibili. Ma una cosa l’ho imparata e la insegno: le rivoluzioni sono più spesso figlie della scienza che della tecnologia. Sono le scoperte fondamentali che aprono strade mai viste prima. La biorobotica per migliorare la vita quotidiana Penso che i prossimi salti arriveranno dalla biologia, dalla fisica, dai nuovi materiali. E saranno questi a renderci capaci di costruire robot migliori, davvero compagni. Il mio sogno continua a essere quello dei robot personali, che ci affianchino nella vita quotidiana. Non più intelligenti di noi, ma capaci di parlare come Dante o Shakespeare. Devono essere forti, affidabili, silenziosi, come un bravo maggiordomo inglese. Che pulisce il bagno, rifà il letto, mette in ordine. Non devono minacciare o emozionare, devono aiutare. Questa è la mia idea di robotica: un campo che nasce dallo stupore, cresce nella conoscenza, e si realizza nell’utilità per l’uomo e per il mondo. Non sarà la fantascienza a guidarci, ma una scienza concreta, rigorosa e appassionata, nata dallo studio della natura e mossa dalla volontà di migliorare la condizione umana.

Robotica e Intelligenza Artificiale: il miglio dell’innovazione si racconta a Pontedera

Conferenza stampa miglio innovazione

Marzo 26, 2025

Un’intera giornata per riflettere sul presente e sul futuro dell’intelligenza artificiale, della robotica e dell’ecosistema tecnologico che, in Valdera, ha pochi paragoni in Italia e nel mondo. Si intitola “Macchine intelligenti: robotica ed intelligenza artificiale in Valdera e dintorni” l’evento in programma sabato 29 marzo 2025 al Museo Piaggio, organizzato dal Lions Club Pontedera con il Distretto 108La. L’obiettivo è  creare un momento di confronto aperto tra esperti, imprese, istituzioni e cittadini sui cambiamenti – opportunità e rischi – legati all’adozione dell’intelligenza artificiale. "Questo appuntamento nasce all’interno di una riflessione nazionale promossa dai Lions sul tema dell’AI – ha spiegato Luca Della Santina, presidente del Lions Club Pontedera – ma trova nella nostra città un terreno ideale per approfondirlo, grazie alla presenza di un ecosistema unico di ricerca e impresa. Vogliamo stimolare il dialogo e aumentare la consapevolezza della comunità". A firmare la regia dell’incontro sarà Cosimo Della Santina, ricercatore originario di Pontedera, oggi attivo presso la TU Delft nei Paesi Bassi. Nonostante il percorso internazionale, conserva un legame fortissimo con il suo territorio. "Quando racconto all’estero da dove vengo – spiega – spesso mi chiedono: ‘Ma come mai a Pontedera escono fuori così tante cose innovative?’. La risposta è semplice: qui abbiamo l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, ARTES 4.0, Pont-Tech, Modartech, Piaggio e decine di start-up. Questo territorio è davvero un unicum". Un concetto ben sintetizzato dal professor Paolo Dario, che per primo ha definito l’area come il "miglio dell’innovazione", una concentrazione di competenze, centri di ricerca e imprese che non ha eguali nel panorama italiano. Un’area che, come ricorda Della Santina, si estende fino a Navacchio e Pisa, dove trovano spazio ulteriori realtà all’avanguardia nel settore tecnologico. "L’incontro di sabato risponde a un bisogno diffuso: quello di sedersi intorno a un tavolo e raccontare – in modo semplice e chiaro – che cosa significa oggi innovare", ha detto il sindaco di Pontedera, Matteo Franconi, evidenziando come il tessuto della città sia sempre più orientato verso la ricerca, la formazione e l’impresa tecnologica. Lo conferma anche Enza Spadoni, responsabile Trasferimento Tecnologico e Relazione Esterne di ARTES 4.0: "Abbiamo costruito un ecosistema che oggi attira oltre 200 milioni di euro di investimenti. Un risultato possibile solo grazie alla sinergia tra enti pubblici, centri di ricerca e imprese". Sulla stessa linea Damiano Bolognesi, presidente di Pont-Tech: "Il nostro obiettivo è fare sistema, affinché l’innovazione diventi accessibile e utile anche per chi fa impresa ogni giorno". Tra gli ospiti che interverranno sabato all’auditorium del Museo Piaggio, a partire dalle 9:30 (l’ingresso è libero), figurano alcuni dei nomi più autorevoli del settore. Tra questi Davide Bacciu dell’Università di Pisa, Cesare Stefanini della Scuola Superiore Sant’Anna, Lucia Pallottino del Centro Enrico Piaggio, Alessandro Settima di Proxima Robotics, Francesca Tonini, direttrice esecutiva di ARTES 4.0, e Marta Niccolini di Yanmar Europe Robotics.    

ARTES OpenHouse: AI For Industry | 7 aprile 2025

ARTES OpenHouse Ai For Industry

Marzo 26, 2025

Nuovo appuntamento di ARTES OpenHouse, questa volta dedicato alla Intelligenza Artificiale in ambito industriale, in programma lunedì 7 aprile alle 17.00 a Firenze a Palazzo Montebello, in via Giuseppe Garibaldi 14. ARTES OpenHouse è il format agile e snello di ARTES 4.0, pensato per offrire alle aziende un'occasione concreta di esplorare nuove tecnologie e trasformarle in leve di crescita e competitività. L’iniziativa ARTES OpenHouse è rivolta alle aziende che vogliono potenziare il proprio business, acquisendo in modo diretto e immediato tecnologie innovative capaci di trasformare i processi produttivi e rafforzare il posizionamento sul mercato. Il focus sarà sulla Intelligenza Artificiale, una delle tecnologie chiave per l’Industria 4.0 e 5.0, core del Centro di Competenza. L'evento si articolerà in tre momenti: Open Talk, con la presentazione delle tecnologie; Business Panel, dedicato al confronto con esperti e aziende; Aperitivo di Networking, durante il quale saranno realizzate dimostrazioni pratiche delle soluzioni innovative presentate. Clicca QUI per registrare la tua presenza. AI for Industry protagonista dell’evento Saranno presenti Università di Firenze e Trenitalia. L'Intelligenza Artificiale nei processi industriali rende le aziende più efficienti, competitive e sostenibili. Grazie all’AI, le imprese ottimizzano la produzione, migliorare il controllo qualità, prevedere guasti, gestire in modo intelligente la supply chain e sviluppare nuovi modelli di business basati su dati e automazione avanzata. La sua importanza è crescente: in un contesto in cui le industrie devono affrontare sfide complesse come la digitalizzazione, la transizione ecologica e la carenza di risorse, l’AI è un motore chiave per l’innovazione, capace di trasformare la manifattura tradizionale in industria intelligente. Investire in AI significa prepararsi al futuro, integrando tecnologie che migliorano le performance e aprono la strada a una nuova era industriale. Il Programma Saluti introduttivi Francesca Tonini, Direttrice Esecutiva ARTES 4.0 Marco Pierini, Prorettore al Trasferimento tecnologico, attività culturali e impatto sociale, Università degli Studi di Firenze Andrea Arnone, Presidente della Scuola di Ingegneria, Università degli Studi di Firenze Marco Zuffanelli, Presidente Manageritalia Toscana Melania Angotta, Presidentessa Federmanager Toscana Open Talk Michele Vincenti, Presidente e CEO Alvana Business Consulting Inc, Fielding Graduate University, Vancouver, British Columbia, Canada Approfondimento Andrew Bagdanov, Professore Associato, Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, Università degli Studi di Firenze Fabio Seferi, Dottorando del Programma Nazionale in Cybersecurity - Scuola IMT di Alti Studi Lucca & Università degli Studi di Firenze  Use Case Massimiliano Solazzi, Head Of Production & Maintenance NEXT GENERATION ROBOTICS Riccardo Celli, CEO e Co-founder di AIDIA Università di Firenze L'Università di Firenze è uno dei principali atenei italiani impegnati nella ricerca e nella formazione nel campo dell'Intelligenza Artificiale. Attraverso i suoi dipartimenti l'Ateneo promuove progetti multidisciplinari che uniscono aspetti tecnologici, etici e applicativi dell'AI. L'università partecipa a iniziative nazionali ed europee per lo sviluppo dell'AI in settori strategici come la sanità, l’industria, l’ambiente e la pubblica amministrazione. Tra le attività principali ci sono corsi di laurea, dottorati, laboratori di ricerca e collaborazioni con imprese e centri di innovazione. NGR Next Generation Robotics (NGR) è un’azienda high-tech che opera nel settore della robotica collaborativa per attività di ispezione e manutenzione in ambito ferroviario. Proprio nel campo della manutenzione ferroviaria, NGR ha sviluppato il suo primo prodotto, ARGO, in collaborazione con Trenitalia e Deutsche Bahn AG. ARGO ha l’obiettivo di digitalizzare e remotizzare le procedure di ispezione visiva del materiale rotabile, rendendo i dati raccolti nel tempo fruibili e analizzabili attraverso tecniche di Intelligenza Artificiale (IA). AIDIA AIDIA è specializzata nello sviluppo di soluzioni basate su Intelligenza Artificiale, Machine Learning e Big Data. AIDIA investe in ricerca e formazione per trasformare idee innovative in soluzioni concrete che migliorano le performance delle imprese. Tra le aree di competenza l'integrazione dell'intelligenza artificiale nei processi aziendali, l'analisi dei big data per estrarre informazioni strategiche e lo sviluppo di software. Clicca  QUI  per registrare la tua presenza.

E-TECH EUROPE 2025 tra batterie, mobilità elettrica e tecnologie avanzate | Bologna, 15-16 aprile 2025

Marzo 11, 2025

Manca poco più di un mese, ma è già tutto pronto per E-TECH EUROPE 2025, rassegna internazionale dedicata alle batterie avanzate e alle tecnologie innovative per la produzione e il riciclo di autoveicoli, mezzi di trasporto, macchinari e veicoli industriali elettrici e ibridi. L’appuntamento è per il 15 e 16 aprile a BolognaFiere, nel cuore della Motor Valley. Tante le novità: giunta alla quarta edizione, la manifestazione si rinnova, ampliando la platea di aziende partecipanti e di settori coinvolti, con l’obiettivo di radunare l’intera filiera dell’elettrificazione dei veicoli. E-TECH EUROPE 2025 è infatti una vetrina internazionale che abbraccia l’elettrificazione a 360 gradi. Non soltanto automotive, ma anche industria, agricoltura, trasporti, veicoli commerciali e industriali, mezzi militari, moto, biciclette, macchinari vari, autobus e pullman, navi e barche, veicoli ricreativi (camper, golf cart). Ancora, si va dai veicoli da cantiere e miniera alle attrezzature di supporto terra per gli aeroporti, dai mezzi a guida autonoma AGV ai robot collaborativi AMR, dagli aerei agli eVTOL e ai droni, dai sottomarini sino ai veicoli spaziali. Insomma, tutto lo scibile elettrico e ibrido, i molteplici componenti, i macchinari, i software e i servizi connessi. Senza dimenticare la cybersicurezza, sempre più cruciale. E-TECH EUROPE è un’occasione di business, crescita professionale e formazione, una fucina di idee, un luogo privilegiato d’incontro, dibattito e scambio di know-how tra tutti gli operatori impegnati a vario titolo nella transizione energetica e nelle tecnologie innovative per la produzione di mezzi elettrici. Un’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del settore e sulle strategie per il futuro. E-TECH EUROPE 2025 sarà preceduta da BATTERY DAY 2025, la prima conferenza-evento dedicata all'industria delle batterie in Italia in programma lunedì 14 aprile, organizzata in collaborazione con il portale internazionale BATTERY INDUSTRY. E-TECH EUROPE 2025 è organizzata da A151 in collaborazione con BolognaFiere e con il supporto di AIDAM, ANFIA, MOTUS-E, UNRAE, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, ADA, ADACI, ADQ, AIFM, ANIASA, ARTES 4.0, ASSOAMBIENTE, ASSODEL, EUROMOBILITY, FAST e KYOTO CLUB.

Iscriviti alla newsletter

Rimani aggiornato su notizie e informazioni di possibile tuo interesse