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Robotica collaborativa: sensori in fibra ottica e intelligenza artificiale

Robotica collaborativa: sensori in fibra ottica e intelligenza artificiale

Robotica collaborativa: sensori tattili in fibra ottica e intelligenza artificiale per lo sviluppo di una nuova pelle artificiale sensorizzata. “Una tecnologia abilitante chiave per l’interazione sicura tra robot, ambiente e persone”

Sensori tattili capaci di localizzare e rilevare l’intensità della forza di contatto su un’area estesa di pelle artificiale: lo studio, pubblicato su Nature Machine Intelligence e coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, che ha visto anche la collaborazione di ARTES 4.0, apre nuovi scenari applicativi, dalla robotica medica all’industria 4.0, consentendo ai robot di assistere le persone nel modo più sicuro in ambito lavorativo e nelle azioni quotidiane

Intervista a Calogero Oddo, coordinatore dello studio
e a Mariangela Filosa, co-autrice

 

PISA, 30 maggio 2022. Per consentire l’interazione fisica in sicurezza delle macchine con ambiente e persone è ora possibile integrare una nuova pelle artificiale sensorizzata sui robot collaborativi. Uno studio coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, le Università Sapienza di Roma e Campus Bio-Medico di Roma e Ca’ Foscari Venezia, e con il centro di competenza ARTES 4.0, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Nature Machine Intelligence, ha presentato il funzionamento di una innovativa pelle artificiale che emula una famiglia di corpuscoli della pelle umana, i recettori chiamati corpuscoli di Ruffini.

“Con questa tecnologia innovativa di tatto artificiale – dichiara Calogero Oddo, professore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatore scientifico dello studio – abbiamo mostrato la capacità di codificare, su un’area larga e con geometria complessa, due proprietà fondamentali e caratteristiche della percezione tattile umana: la localizzazione del punto di contatto e l’intensità della forza con cui il robot interagisce con l’ambiente.”

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SENSORI FOTONICI E INTEGRAZIONE DI INTELLIGENZA FISICA E ARTIFICIALE

“La pelle biomimetica che abbiamo realizzato – illustra Mariangela Filosa, dottoranda dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e co-autrice dello studio – è costituita da una matrice polimerica soffice che integra sensori fotonici a reticolo di Bragg.”

“In questo studio – commenta Edoardo Sinibaldi, ricercatore dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che lo ha co-supervisionato dal punto di vista scientifico – abbiamo utilizzato l’integrazione tra intelligenza fisica e intelligenza artificiale.”

Il posizionamento dei sensori all’interno della pelle artificiale, infatti, si basa sull’intelligenza fisica: affinché “si parlino tra loro” tramite la pelle stessa, i sensori devono essere posizionati a una certa distanza e profondità, mentre l’interpretazione del segnale prodotto dai sensori impiega l’intelligenza artificiale. Inoltre, prosegue Edoardo Sinibaldi, “per ottenere risultati più accurati dagli algoritmi di intelligenza artificiale, abbiamo usato un insieme di griglie di calcolo, come spesso viene fatto per problemi di fluidodinamica computazionale, a testimonianza del fatto che questo campo di ricerca può essere affrontato efficacemente con un approccio multidisciplinare.”

Questa tecnologia si inserisce nel quadro della cosiddetta robotica collaborativa, con scenari diversi come la robotica medica, la robotica chirurgica, la robotica per l’assistenza personale, e permetterà ai robot di interagire con le persone e ad assisterle nel modo più sicuro nei compiti quotidiani. Un altro scenario è quello dell’industria 4.0: il robot potrà diventare un compagno del lavoratore e della lavoratrice permettendo di alleviare i compiti e la fatica fisica e riducendo l’incidenza degli infortuni sul lavoro.

 

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UNA COLLABORAZIONE TRA ECCELLENZE ITALIANE IN RICERCA E INNOVAZIONE

La tecnologia è stata sviluppata presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna grazie ad una fertile interazione scientifica del Neuro-Robotic Touch Lab, coordinato da Calogero Oddo, con Edoardo Sinibaldi dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Eduardo Palermo, ricercatore dell’Università Sapienza di Roma, Emiliano Schena, professore dell’Università Campus Bio-medico di Roma, con l’Università Ca’ Foscari Venezia e con il centro di competenza ARTES 4.0. In particolare, hanno conseguito la laurea magistrale in ingegneria biomedica presso l’Università Sapienza di Roma, con quattro tesi in collaborazione con l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, il primo autore Luca Massari, la prima co-autrice Giulia Fransvea e le co-autrici Jessica D’Abbraccio e Martina Zaltieri, che poi hanno proseguito il loro percorso di studi e di ricerca presso le università partner di questo lavoro, nell’ambito di tesi di dottorato, borse e assegni di ricerca. Queste mobilità sono state determinanti per lo sviluppo della tecnologia, con un percorso di ricerca pluriennale finanziato anche dal Ministero dell’Università e della Ricerca con il progetto PARLOMA, dedicato allo sviluppo del braccio robotico collaborativo presentato, dalla Regione Toscana con il progetto TUNE-BEAM, sullo studio del senso del tatto umano, e dalla Commissione Europea con il progetto EINST4INE, sulla robotica collaborativa per industria 4.0.

“Una collaborazione intensa e duratura tra gruppi di ricerca di eccellenza – dichiara Eduardo Palermo, ricercatore presso l’Università Sapienza di Roma, per un obiettivo sfidante: l’interazione tra intelligenza fisica e artificiale riduce la necessità di barriere abilitando la cooperazione dei robot, un principio fondamentale per industria 4.0 e non solo. L’estensione della sensazione tattile su tutta la struttura dei robot permette di percepire l’interazione con le persone con una modalità nuova e potenziata, rendendo la macchina capace di adattare il suo comportamento all’ambiente circostante.”

“Migliorare la sicurezza sul lavoro, i risultati di una procedura chirurgica, la qualità di vita di persone che hanno l'esigenza di assistenza sono tra le nostre principali ambizioni – commenta Emiliano Schena, professore presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma. Il coinvolgimento con altre eccellenze italiane in questo progetto ha consentito di apportare un contributo rilevante alla messa in opera di attività che concorrono allo sviluppo di tecnologia finalizzata al bene della persona mettendo la scienza al servizio dell’essere umano.”

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In futuro, grazie alla collaborazione con il Centro di Competenza ARTES 4.0 e le imprese ad esso associate, leader in settori chiave quali la robotica e la microelettronica, sarà possibile trasferire queste tecnologie di frontiera verso applicazioni industriali innovative di interazione persona-macchina-ambiente, che genereranno casi d’uso per la trasformazione digitale, migliorando la sicurezza sul lavoro e consentendo di programmare i robot con un semplice gesto interattivo o mediante l’esempio.

“Grazie alla collaborazione con ARTES 4.0, Centro di Competenza selezionato dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del programma Impresa 4.0 – commenta Paolo Dario, direttore scientifico di ARTES 4.0 e professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna – queste nuove tecnologie abilitanti saranno trasferite dal laboratorio di ricerca fino all’applicazione e all’impatto sociale”.

 

Citazione dello studio:

Luca Massari*, Giulia Fransvea*, Jessica D’Abbraccio, Mariangela Filosa, Giuseppe Terruso, Andrea Aliperta, Giacomo D’Alesio, Martina Zaltieri, Emiliano Schena, Eduardo Palermo, Edoardo Sinibaldi, Calogero Maria Oddo.

Functional mimicry of Ruffini receptors with fibre Bragg gratings and deep neural networks enables a bio-inspired large-area tactile-sensitive skin.

Nature Machine Intelligence, 2022.

 

* These authors contributed equally: Luca Massari, Giulia Fransvea


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Visual Engines e IVAWS: la sicurezza è la chiave del successo
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Visual Engines, socio affiliato al Centro di Competenza ARTES 4.0, è un’impresa innovativa fondata nel 2013 da alcuni ricercatori del CNR e della società INERA Srl, entrambi Soci di ARTES 4.0. La missione dell’azienda, che ha un focus sulla ricerca applicata, è legata allo sviluppo di tecnologie per la ricerca di immagini, al riconoscimento di oggetti in immagini e alla loro applicazione per lo sviluppo, ingegnerizzazione e commercializzazione di prodotti software e servizi.

Tecnologie visuali di ultima generazione

Visual Engines dispone di tecnologie visuali per:
  • Large-Scale Image/Video Archives Similarity Search
  • Images recognition e Object Retrieval
  • Deep Learning e Neural Networks
  • Visual Analysis per Smart Cameras e Single Board Computer
Le tecnologie disponibili si prestano per l’applicazione in molteplici contesti quali:
  • Smart City.
  • Sicurezza sul lavoro.
  • Industria/manifattura.
  • Trasporti.
  • Sicurezza delle persone.
  • Sicurezza degli edifici.
  • Domotica.
  • Agricoltura.

Soluzioni per analisi visuale con dispositivi intelligenti

Le soluzioni di Visual Engines, disponibili e in corso di progettazione, sono incentrate su funzionalità di analisi visuale effettuata con dispositivi intelligenti. Esse si basano su tecnologie di Intelligenza Artificiale (AI), più specificatamente di Machine e Deep Learning, sviluppate sia internamente sia in stretta collaborazione con il laboratorio Nemis dell’ISTI- CNR di Pisa. Le soluzioni utilizzano reti neurali per l’analisi di immagini effettuate da sistemi hardware/software, basati su Single Board Computer, che possono essere stand alone o collegati con server remoti. In funzione dell’infrastruttura ICT disponibile nei diversi contesti, sono possibili diverse modalità di implementazione delle soluzioni. Il peculiare vantaggio dell’impiego di tecnologie di AI è la rilevazione ed il riconoscimento in tempo reale di situazioni ed eventi anomali in maniera automatica e con confidenza parametrizzabile, senza necessità di un presidio di personale di sorveglianza o di un’analisi a posteriori di registrazioni video. Altri vantaggi delle soluzioni sono l’impiego di reti neurali specializzate che possono essere riprogrammate ed il contenimento dei costi mediante l’utilizzo di dispositivi low cost.

La piattaforma IVAWS per la gestione integrata ed automatizzata della prevenzione delle situazioni pericolose negli ambienti di lavoro

In base ai dati INAIL, tra il 2002 e il 2021 le denunce di infortuni mortali sul lavoro sono state oltre 26 mila. La piattaforma software di Visual Engines è finalizzata alla gestione integrata ed automatizzata della prevenzione delle situazioni pericolose negli ambienti di lavoro grazie a un sistema che impiega moduli di intelligenza artificiale, eventuali telecamere e sensori di diverso tipo, disseminati negli ambienti di lavoro e/o indossati dai lavoratori. L’obiettivo del software è quello di identificare situazioni di rischio e di incidente predeterminate (sollevando gli opportuni allarmi) e di tracciare gli eventi critici che sono occorsi, in modo da poter avere una esperienza storica sulla base della quale aggiornare i processi, ottimizzandoli rispetto alla safety. In particolare, gli scenari di pericolo che la piattaforma potrà individuare in maniera automatica nella sua prima fase di sviluppo sono:
  • persona distesa a terra, presumibilmente priva di sensi, o che segnala di essersi infortunata tramite un apposito dispositivo indossabile;
  • situazioni di avvicinamento pericoloso fra persone e carrelli elevatori (o tra carrelli elevatori);
  • conduzione di carrelli elevatori da parte di personale non autorizzato;
  • presenza di persone in aree critiche “ad accesso limitato” in cui può trovarsi al massimo un dato numero di persone (eventualmente nessuno, o comunque non i visitatori);
  • presenza di persone in aree critiche in cui, essendoci un macchinario in funzione, può trovarsi al massimo un dato numero di persone (eventualmente nessuno, o comunque non i visitatori);
  • presenza di persone senza gli opportuni Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) in aree critiche in cui tali DPI sono obbligatori.
Gli allarmi che possono essere generati, di tipo rischio o incidente, possono essere sonori e visivi nell’ambiente di lavoro stesso, oltre alla segnalazione via messaggio a referenti interni. Gli allarmi sono caratterizzati dalla ubicazione così da poter filtrare gli eventi occorsi rispetto ai diversi ambienti aziendali e per proiettarli in sovrimpressione alla planimetria.

Le possibili partnership

Visual Engines intende sviluppare collaborazioni strategiche, dedicate in una prima fase al raffinamento del progetto. Sono due le tipologie di possibili partner con cui pervenire ad una soluzione ottimale del risultato:
  • imprese interessate ad utilizzare la piattaforma al fine di monitorare e rafforzare la propria safety interna, grazie alle quali si potranno individuare eventuali difetti e possibili miglioramenti del software;
  • aziende produttrici di macchinari, per realizzare integrazioni della piattaforma con i relativi impianti, rilevandone o interrompendone il funzionamento al verificarsi di specifiche condizioni di sicurezza.
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Kiwibit: Sicurezza dei lavoratori con Zerynth e virtualizzazione 3D
Kiwibit: Sicurezza dei lavoratori con Zerynth e virtualizzazione 3D
Kiwibit, Socio di ARTES 4.0, sviluppa strumenti in ambito 4.0 per gestire, monitorare e mantenere gli asset aziendali, quali impianti industriali, edifici, macchinari o infrastrutture, e sta in particolare al momento realizzando un sistema di manutenzione preventiva e predittiva finanziato attraverso il Bando di Innovazione Tecnologica BIT INAIL/ ARTES 4.0 che ha l’obiettivo di realizzare una soluzione integrata per la prevenzione di malfunzionamenti di macchinari industriali che possono generare rischi per la sicurezza dei lavoratori (leggi qui). Il progetto finanziato, K4asset & Safety, ha per obiettivo quello di consentire all’azienda di eseguire azioni di manutenzione preventiva e predittiva sui macchinari integrando tecnologie IoT, realtà virtuale e AI nel modulo K4asset della piattaforma OmniaK, che è il suo modulo principale nella forma di un CMMS (Computerized Maintenance Management System). Nei primi mesi dall’avvio del progetto sono stati realizzati alcuni sviluppi che hanno un grande potenziale per spingere i risultati verso interessanti traguardi.

Collaborazione Strategica e Tecnologica con Zerynth

Dopo una prima collaborazione con il socio Daxo Group S.r.l.u. - Artes 4.0, che nel progetto ha il compito di affiancare Kiwibit nella consulenza strategica dei processi IoT e AI, è stato effettuato lo scouting delle migliori soluzioni IoT presenti sul mercato per individuare quelle più adatte alle esigenze del progetto includendo parametri quali la facilità di installazione dei sensori, l'adattabilità a diversi contesti industriali e la complessità di integrazione con k4asset&security. L’analisi ha consentito di identificare il socio Zerynth srl - Artes 4.0 come partner tecnologico ideale per l'integrazione IoT nel modulo K4asset della piattaforma OmniaK. Zerinth è un’azienda pisana leader nel settore IoT che offre soluzioni progettate per semplificare lo sviluppo di applicazioni IoT industriali, e ha fornito un dispositivo IoT e uno spazio dedicato nella propria piattaforma web su cui si concentra l'integrazione con K4asset. L'obiettivo è far leggere a K4asset i KPI (Key Performance Indicators) di produzione, che Zerynth raccoglie direttamente dai macchinari, sia brownfield (macchine non predisposte allo scambio di informazioni con l'esterno) sia greenfield (macchinari Industria 4.0).

Miglioramento della Manutenzione con i KPI di Produzione

La lettura dei valori dei KPI, come il numero di ore di lavoro di un macchinario o il numero di pezzi prodotti, consente al sistema di programmare interventi di manutenzione preventiva non programmata. Questo tipo di manutenzione si basa su segnali provenienti direttamente dai macchinari industriali, permettendo di intervenire in modo tempestivo e mirato, riducendo i tempi di fermo macchina e migliorando la sicurezza e l'efficienza operativa.

Integrazione della Realtà Virtuale con R&D Telecomunication and Energy

Il progetto ha attivato una serie di rilevanti collaborazioni all’interno del partenariato di ARTES 4.0 che ha fornito tutte le competenze necessarie al suo sviluppo. Un altro aspetto di significativo interesse del progetto è l'integrazione della tecnologia di virtualizzazione 3D, che è stata realizzata in questo caso dal socio R&D -Telecommunication and Energy srl - Artes 4.0. Al momento la collaborazione è incentrata sull’obiettivo di arricchire l'esperienza degli utenti di K4asset con un ambiente virtuale immersivo, che rappresenta un gemello digitale dell'impianto industriale. La VR (Realtà Virtuale) è ampiamente utilizzata nell'Industria 4.0 per mostrare il funzionamento di macchine e impianti complessi senza la necessità della loro presenza fisica. Questo approccio è particolarmente utile per il training, permettendo agli utenti di simulare situazioni realistiche e prendere decisioni basate su istruzioni ricevute o reazioni istintive.

Benefici per la Sicurezza e la Formazione del Personale

Integrando la VR nella piattaforma K4asset, Kiwibit mira a creare pacchetti formativi per la sicurezza, utili per l'addestramento del personale aziendale e per la preparazione delle squadre di manutentori. Questi pacchetti formativi offriranno scenari realistici in cui il personale potrà esercitarsi, migliorando così le proprie competenze e la prontezza operativa in situazioni di emergenza. I progressi nello sviluppo del progetto K4asset & Security dimostrano da una parte il grande impegno dell’azienda nell'innovazione tecnologica e in particolare nella possibilità di offrire soluzioni concrete al tema della sicurezza sul lavoro; dall’altra il valore aggiunto di una collaborazione fruttuosa all’interno del partenariato del Centro di Competenza che, dopo che con Daxo Group ha visto il coinvolgimento di Zerynth e R&D Telecommunication and Energy, sta trasformando la manutenzione industriale in un nuovo paradigma che la rende più efficiente e sicura. Per ulteriori informazioni su Kiwibit e sul progetto K4asset & Security, vi invitiamo a visitare il nostro sito web o a contattarci direttamente. Siamo entusiasti di condividere i progressi di questo progetto con voi e di continuare a innovare nel campo della manutenzione industriale.
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Exteryo: la nuova piattaforma di Digital Safety
Exteryo: la nuova piattaforma di Digital Safety
Exteryo annuncia la conclusione con successo della fase di test della piattaforma Digital Safety, condotta con la partecipazione attiva delle aziende Nuova Simat Srl, Idrotherm 2000 SpaScapigliato Spa, partner di ARTES 4.0. Questo importante traguardo segna un ulteriore passo avanti nell'innovazione della gestione della sicurezza sul lavoro.

Un test di successo

Le tre aziende hanno avuto l'opportunità di sperimentare tutte le funzionalità di Digital Safety, tra cui l’innovativa gestione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) tramite l’utilizzo di tecnologia NFC e il controllo proattivo in un’unica struttura di tutte le incombenze della Safety relative ai singoli lavoratori. Grazie al loro contributo, Exteryo ha potuto raccogliere feedback preziosi per migliorare ulteriormente la piattaforma. Lorenzo Scotto, Responsabile Sicurezza di Nuova Simat Srl, ha elogiato la piattaforma dichiarando: “Digital Safety è sicuramente un modo nuovo e innovativo su come poter gestire la sicurezza sul lavoro. La piattaforma ci ha permesso di organizzare meglio le risorse e i DPI, rendendo il nostro lavoro molto più semplice e preciso.” Anche Aldo Repeti, RSPP di Scapigliato Spa, ha espresso grande soddisfazione: “L'uso della tecnologia NFC per la tracciabilità dei DPI è stato un vero punto di svolta. La possibilità di monitorare facilmente tutte le operazioni ci ha permesso di migliorare la gestione della sicurezza in modo significativo.” IDROTHERM 2000 SPA ha trovato particolarmente utili le funzionalità di gestione controllata di tutta la Safety dei singoli lavoratori. Fabrizio Ceccardi, ASPP dell'azienda ha affermato: “La chiarezza dei dati e l'organizzazione della piattaforma ci hanno dato un controllo più preciso su tutte le attività legate alla sicurezza. Siamo davvero impressionati.”

Feedback positivi e costruttivi per un futuro di innovazione nel settore della Safety

I feedback ricevuti durante la fase di test sono stati fondamentali per identificare le aree di miglioramento e portare la piattaforma al corretto livello di maturità necessario per proporsi come leader sul mercato della gestione digitale della Safety. L'azienda è già al lavoro su diverse iniziative:
  1. Interfaccia Utente Migliorata: Exteryo sta lavorando per rendere l'esperienza ancora più intuitiva e semplice.
  2. Funzionalità per Piccole Aziende: Saranno apportati adattamenti per rispondere meglio alle esigenze delle piccole imprese e non solo delle medie aziende e grandi corporate.
  3. Analisi dei Dati Avanzata: Introduzione di strumenti più sofisticati per l'analisi e la gestione dei dati di sicurezza, mediante anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
  4. Integrazione con Fornitori: Miglioramento della collaborazione con fornitori di servizi di formazione e sorveglianza sanitaria.
  5. Sistema Proattivo: Potenziamento delle funzioni di allerta per segnalare tempestivamente eventuali criticità.
Il successo di questa fase di test, anche in termini di collaborazione con le aziende del partenariato di ARTES 4.0, che ha fornito le competenze necessarie, non è solo un traguardo, ma un punto di partenza per ulteriori miglioramenti. L'azienda continua a essere pioniera nell'innovazione della sicurezza sul lavoro, garantendo protezione per tutti i lavoratori e le lavoratrici.

Digitalizzazione di DPI con chip NFC

Exteryo vincitrice del premio SMAU Milano per l’innovazione 2021

Il CEO di Exteryo Davide Zanesi durante una presentazione dell’azienda

Il team di Exteryo che presenta la propria piattaforma alla più importante fiera europea dedicata alla Safety.

 
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Il Progetto MUSAI di CUBIT
Il Progetto MUSAI di CUBIT
CUBIT Innovation Labs, socio del Centro di Competenza ARTES 4.0, ha avviato il progetto MUSAI (a Modular Underwater System with Artificial Intelligence to fight marine pollution), un progetto innovativo vincitore del Bando di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale RI&SS N.5 che il Centro di Competenza ha finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 4 Componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa” – Next Generation EU.

CUBIT - Consortium Ubiquitous Technologies

CUBIT, acronimo di Consortium Ubiquitous Technologies, è una società consortile a responsabilità limitata che mette a sistema nella rete di ARTES 4.0 competenze d’eccellenza nelle tecnologie IoT e Digital Twin in vari ambiti applicativi quali la progettazione elettronica e meccanica, analisi fluidodinamiche, soluzioni IoT e Cloud, automazione intelligente, processi CAE multidisciplinari. Il consorzio pubblico-privato nasce nel 2007 dal Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Università di Pisa, dal Polo Tecnologico Navacchio e da diverse aziende italiane altamente innovative per colmare il divario tra ricerca tecnologica ed esperienza industriale, promuovendo l'innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore B2B. Cubit fornisce servizi personalizzati di R&D e ingegneria di prodotto a entità industriali provenienti da diversi settori di mercato dall'automotive, nautica e aerospaziale all'industria, HVAC, retail e GDO - per soddisfare le loro esigenze di innovazione di prodotto e di processo. Grazie a consolidate partnership con università, centri di ricerca pubblici e privati e aziende innovative, CUBIT offre in particolare competenze ed esperienza multidisciplinari nelle aree IoT, Fluidodinamica e Healthcare per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche creative e su misura. Uno dei punti di forza del socio di ARTES 4.0 è la capacità di creare strategie, prodotti e servizi a fianco delle aziende, per cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione digitale e portare sul mercato soluzioni ad alto tasso d’innovazione, anche attraverso la creazione di startup.

MUSAI contro l’inquinamento marino

Il progetto MUSAI è dedicato all’ambito della sostenibilità ambientale con un focus sulla realizzazione di un sistema modulare subacqueo con Intelligenza Artificiale (IA) per combattere l’inquinamento marino. Quello dell’inquinamento marino è un problema che desta crescente preoccupazione a livello mondiale: ogni anno, circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono negli oceani. I rifiuti più comuni che si trovano nei mari sono plastiche di varie dimensioni (microplastiche, reti e contenitori) ma anche carte, metalli e vetro. Essi distruggono gli ecosistemi marini (barriere coralline e mangrovie) oppure intrappolano, soffocano o avvelenano la fauna che vi vive. L’UNEP (il Programma Ambiente delle Nazioni Unite) ha inserito il problema della plastica negli oceani tra le sei emergenze ambientali più gravi del pianeta. La nuova tecnologia sviluppata nell’ambito del progetto contribuirà alla salvaguardia degli ecosistemi marini, permettendo di individuare autonomamente i rifiuti sottomarini. Il progetto prevede la progettazione, lo sviluppo e la realizzazione di una telecamera subacquea ad elevate prestazioni dotata di una meccanica modulare in grado di operare in ambiente sottomarino e di un edge computer che utilizza intelligenza artificiale con a bordo algoritmi di machine learning avanzati, di computer vision e sensor fusion. Il sistema subacqueo integrerà sensori di salinità e clorofilla per monitorare la salute della flora e fauna acquatica e, grazie agli algoritmi di AI, computer vision e sensor fusion, i dati saranno raccolti ed analizzati on the edge e trasmessi in tempo reale ad un mezzo di supporto, come una barca di appoggio o un sottomarino a comando remoto. L’analisi ottimizzata dei dati scientifici senza l’ausilio di personale specializzato consentirà una più efficace ricerca dei rifiuti, a livello di tempi, risorse e costi. CUBIT, che unisce ricerca tecnologica ed esperienza industriale nel campo dell'elettronica e delle tecnologie digitali, è supportata nello sviluppo del progetto anche dall’Università di Pisa, tra i Soci Fondatori di ARTES 4.0.

Gli obiettivi del progetto MUSAI

L’obiettivo del progetto MUSAI è quello di ottenere entro dodici mesi dall’avvio un prototipo ad elevate prestazioni, già testato in ambiente operativo, che potrà essere proficuamente utilizzato per la salvaguardia degli ecosistemi marini. Il progetto si pone i seguenti obiettivi principali:
  • O1: sviluppo di una meccanica stagna e modulare in grado di raggiungere le profondità marine in sicurezza e di un oblò resistente che permetta la visibilità a grandi profondità.
  • O2: sviluppo di algoritmi di computer vision (in particolare, algoritmi di rilevamento real- time e di sensor fusion) che sfruttano la camera ottica per individuare, classificare e localizzare i rifiuti.
  • O3: implementazione sia di un edge computer che, grazie all’IA, permetta di elaborare i dati provenienti dalla camera e dai sensori connessi che di un’interfaccia di comunicazione via cavo idonea alla connessione con il mezzo di supporto.
  • O4: studio di fattibilità per lo sviluppo di algoritmi di computer vision che, attraverso le rilevazioni di una telecamera multispettrale, possano classificare le anomalie nella flora acquatica.
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Nuova Simat: Una Storia di Eccellenza iniziata 30 anni fa
Nuova Simat: Una Storia di Eccellenza iniziata 30 anni fa
La Simat è un’azienda fondata nel 1989 da Domenico Zicchino, pioniere nell’utilizzo e nella vendita delle chiavi idrauliche dinamometriche, un prodotto ai tempi sconosciuto. Sin dai suoi inizi, l’azienda si è distinta per l'innovazione e l’impegno nella fornitura di soluzioni di manutenzione industriale di alta qualità. Con il subentro dei fratelli Zicchino, figli di Domenico, la "Nuova Simat" si è evoluta fino a diventare un punto di riferimento nel settore della manutenzione industriale, operando in tutto il mondo.

Strategia aziendale: nuove soluzioni per la manutenzione e riparazione industriale in sito

La missione di Nuova Simat è quella di migliorare la qualità della vita, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, fornendo soluzioni per la manutenzione e riparazione industriale in sito. L’azienda punta a essere un punto di riferimento nel panorama internazionale offrendo prodotti e servizi che soddisfano le più alte aspettative in termini di qualità, efficienza e sicurezza. Innovare mantenendo al centro della propria attività la soddisfazione del cliente e il benessere del proprio team, e aiutando le realtà del territorio che si prodigano ogni giorno per rendere il mondo un posto migliore in cui vivere: una visione aziendale profonda che si esprime nel payoff "Near to you". La sede di Nuova Simat è strategicamente situata a Livorno, nel cuore dell’Italia e dell’Europa. Vicina ai principali hub logistici aerei (Aeroporto di Pisa) e marittimi (Porto di Livorno), l’azienda è in grado di raggiungere qualsiasi destinazione nel mondo con il più breve preavviso, garantendo interventi tempestivi ed efficaci. Nuova Simat offre una vasta gamma di servizi e prodotti principalmente per i settori Oil&Gas e Power Generation, ma è in grado di rispondere a esigenze di manutenzione in qualsiasi settore industriale. L’azienda è specializzata in Site Operations legate all’industria, definendo gli standard per la lavorazione in cantiere e l’assemblaggio industriale. Con il marchio EVO, Nuova Simat ha introdotto soluzioni altamente tecnologiche e personalizzate, progettate e assemblate internamente, che rappresentano l’evoluzione delle lavorazioni da cantiere.

Qualità e sicurezza

La qualità è un pilastro fondamentale per Nuova Simat. L’azienda ha implementato un Sistema di Gestione Integrato (SGI) che abbraccia qualità, ambiente, sicurezza e salute. Questo sistema non solo garantisce il rispetto delle normative, ma mira anche a prevenire infortuni e malattie professionali, dimostrando un forte impegno verso la sicurezza dei propri dipendenti e l’ecosostenibilità. Recentemente ha anche ottenuto la certificazione PDR 125 sul tema della parità di genere. Nel corso degli anni, Nuova Simat ha acquisito una vasta esperienza che ha messo al servizio di importanti realtà sia a livello nazionale che internazionale. La fiducia dei clienti è stata guadagnata grazie all’elevata qualità dei servizi e alla capacità di rispondere efficacemente alle loro esigenze.

Partecipazione al bando ARTES BIT-INAIL in collaborazione con ELETTROMAR

La partecipazione al Bando di Innovazione Tecnologica BIT-INAIL, finanziato da INAIL e cogestito dal Centro di Competenza per sviluppare soluzioni concrete al tema degli infortuni sul lavoro, ha visto la collaborazione del Socio di ARTES 4.0 ELETTROMAR e rappresenta un ulteriore passo verso l’innovazione e il miglioramento continuo. Questa collaborazione sinergica permette di unire le competenze e le risorse di entrambe le aziende per sviluppare soluzioni ancora più avanzate e rispondere in maniera efficace alle sfide del mercato. Il progetto si pone l’obiettivo di progettare e realizzare una fresa portatile da 6 mt che implementi standard di sicurezza che ora sono utilizzati principalmente per macchine fisse, riducendo così il rischio di tali lavorazioni.
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Il Gruppo Corvina: Innovazione digitale a 360 gradi
Il Gruppo Corvina: Innovazione digitale a 360 gradi

Piattaforme di Industrial IoT per Smart Manufacturing e Smart Machine Solutions per la Fabbrica Digitale

La definizione di Industria Smart spesso descrive una visione futura della manifattura in cui, grazie alle tecnologie digitali, le imprese aumentano la loro competitività ed efficienza mediante l’interconnessione e la cooperazione delle risorse (asset fisici, persone, informazioni), sia interne alla fabbrica che distribuite lungo la catena del valore. Nel futuro dello Smart Manufacturing, materie prime, impianti e prodotti finiti saranno dotati di sensori in grado di identificarli e monitorarne stato, posizione e attività. I dati raccolti saranno analizzati per migliorare la capacità produttiva e l’efficienza, nonché per monitorare in tempo reale la capacità produttiva, la sicurezza e la performance della forza lavoro. Il Gruppo Corvina, Socio di ARTES 4.0 da gennaio 2024, è una realtà consolidata e innovativa nel panorama delle soluzioni digitali per l'industria. Nato dalla sinergia tra AXEL Srl, Digibelt Srl, Factoryal  Srl e Next-Stel Srl, il gruppo si pone come partner per le imprese che desiderano affrontare la trasformazione digitale con successo. Corvina offre un percorso di digitalizzazione strutturato per accompagnare il cliente in ogni fase della trasformazione, dall'analisi iniziale alle soluzioni operative. Grazie al Know-How del gruppo, ogni azienda ricopre un ruolo di rilievo durante il percorso di digitalizzazione dei clienti.

Da dove inizia il processo di Digitalizzazione?

-Per implementare la Smart Manufacturing è necessaria un'analisi consulenziale approfondita. Soluzioni "plug&play" difficilmente possono soddisfare le esigenze di panorami industriali complessi, dove spesso coesistono tecnologie di diversi costruttori e di varie epoche storiche. Per Corvina, la fase consulenziale è fondamentale e include l'elaborazione del Digital Assessment. Questo report dettagliato descrive i passaggi del processo di digitalizzazione, i presupposti iniziali e i risultati obiettivo. È essenziale per comprendere l'integrazione tra i vari reparti aziendali e la complessa interazione tra tecnologie IT e OT. La realizzazione di un nuovo impianto, compresa la progettazione della sua architettura informatica, coinvolge diverse funzioni aziendali. Tuttavia, la vera digitalizzazione si realizza con l'introduzione di una piattaforma industriale che unisce gli universi IT e OT, capace di gestire un'enorme quantità di dati disorganizzati. Una piattaforma digitale è lo snodo cruciale per la maggior parte delle imprese che devono gestire un flusso di dati provenienti da tecnologie diverse. L'approccio considera la fabbrica come una grande macchina, dove competenze IT e OT si fondono insieme, affrontando la sfida di far lavorare in sinergia questi due ambiti distinti. La necessità di raccogliere dati in ogni punto dell’azienda richiede un’architettura di rete performante, che comporta un investimento in hardware (PC, monitor, HMI, rete, lettori barcode e RFID, ecc.) e software (database su SQL server, distribuzione della documentazione, applicativi, ecc.). Questo sistema deve mostrare la documentazione necessaria, indicare le fasi di produzione, automatizzare i vari processi produttivi e raccogliere i dati di processo.

Come è strutturato un Digital Assessment?

L'analisi inizia con la mappatura della maturità digitale, utilizzando un modello per valutare il livello attuale di digitalizzazione dell'azienda. Questo permette di identificare i gap tra lo stato attuale e gli obiettivi desiderati, evidenziando le opportunità di miglioramento. La sintesi dei risultati prevede la compilazione di un rapporto dettagliato che descrive i risultati dell'Assessment, inclusi punti di forza e criticità del progetto. Infine, si sviluppa un piano d'azione definendo le priorità delle iniziative di trasformazione digitale in base all'impatto e alla fattibilità, elaborando una roadmap dettagliata con risorse, tempi e responsabilità, e stabilendo metriche di successo e KPI per monitorare i progressi delle iniziative digitali.

Esempi di Applicazioni: Ingranaggi Mario Moreali, monitoraggio e analisi dei dati per una azienda Lean.

Il percorso di trasformazione digitale di Moreali ha come obiettivo quello di diventare un attore Lean World Class® entro cinque anni. Questo processo si concentra sull'efficienza operativa dell'intero stabilimento attraverso l'analisi in tempo reale degli indicatori chiave di prestazione (KPI) e l'implementazione di azioni proattive per migliorare efficacia ed efficienza. La richiesta del cliente, in termini di obiettivi da raggiungere, è incentrata su:
  1. Qualità: Ridurre i difetti per milione (DPM) e incorporare un'analisi accurata delle cause principali degli scarti di prodotto. Questo porta a miglioramenti nelle variabili di costo e di tempo. 2. Efficienza: Migliorare l'Overall Equipment Efficiency (OEE) attraverso la misurazione delle cinque perdite correlate. Questo implica:
  • Stabilire i flussi di materiale.
  • Semplificarele procedure.
  • Fornire agli operatori dashboard che permettano un lavoro proattivo ed eliminino autonomamente le inefficienze della linea.
Queste azioni congiunte mirano a ottimizzare le operazioni e a raggiungere gli standard Lean World Class®. Corvina ha fornito al cliente una soluzione completa basata sulla X Platform, che include sia hardware che software avanzati. È stato utilizzato un gateway per l'analisi e la raccolta dati, grazie ad accessori dedicati che ne hanno migliorato e ampliato i canali di comunicazione. Il software, personalizzato da Next-Stel, è stato installato sul gateway per soddisfare specifiche esigenze del cliente. Infine, le applicazioni Lean di Digibelt hanno permesso una gestione efficiente dell'approvvigionamento tramite un sistema di ticket virtuale, riduzione degli scarti attraverso l'analisi dei report, comunicazione bidirezionale tra l'ERP del cliente e CORVINA per organizzare e dare priorità agli ordini e gestire il magazzino, controllo in tempo reale con visualizzazione di KPI su dashboard dedicate, e tracciamento delle fasi critiche del processo produttivo. L’integrazione di Corvina è stato un processo guidato, il cliente è stato accompagnato in tutte le fasi al fine di raggiungere i risultati richiesti. A circa un anno dal termine del progetto si è rilevata una OEE incrementata di 10 punti percentuali, una qualità di prodotto del 99,96% e un utilizzo della carta in produzione prossima allo zero. Andrea Robbiani, Business Manager @ CORVINA
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Exteryo Safety 4.0: Digitalizzazione della Sicurezza sul Lavoro
Exteryo Safety 4.0: Digitalizzazione della Sicurezza sul Lavoro
Exteryo srl, un innovation integrator per soluzioni hardware e software nella digitalizzazione smart di oggetti, servizi e processi, si trova  al centro di una visione ambiziosa: guidare la trasformazione digitale nella gestione della sicurezza sul lavoro. Exteryo, attraverso il suo progetto dedicato, Digital Safety 4.0, si impegna a diventare un leader riconosciuto in questo processo innovativo. L’aspirazione dell’azienda non è soltanto quella di fornire soluzioni tecnologiche avanzate ma di creare un ecosistema dove la sicurezza del lavoratore diventa il fulcro intorno al quale ruotano tutte le attività. Exteryo srl è una azienda tecnologica che crea, progetta e rende disponibili servizi e prodotti innovativi per aziende e privati, attraverso l’utilizzo di hardware a elettronici e piattaforme software proprietarie. L’elevato know-how nell'elettronica di ultima generazione e nello sviluppo di software consente a Exteryo srl di tessere una correlazione vincente tra tutti gli attori del mondo della safety. La missione è chiara: sfruttare la tecnologia per creare ambienti di lavoro più sicuri, supportando aziende e lavoratori nella gestione quotidiana della sicurezza. Implementazione del Progetto DIGITAL SAFETY per ARTES 4.0 Il Progetto Digital Safety rappresenta il cuore pulsante dell'innovazione dell’azienda. Con l'obiettivo di essere pioniere nella digitalizzazione della sicurezza sul lavoro, Exteryo srl ha sviluppato una piattaforma che si adatta perfettamente alle esigenze delle aziende moderne, cogliendo l'opportunità di partecipare al bando di innovazione tecnologica BIT con un progetto finanziato da INAIL, l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, e cogestito da ARTES 4.0, che ha segnato un momento decisivo nella missione e negli obiettivi aziendali. Collaborando strettamente con alcuni Soci del Centro di Competenza in qualità di aziende pilota, Nuova Simat, Scapigliato e Idrotherm 2000, è stata avviata un'ambiziosa fase di test della piattaforma Digital Safety, spaziando dal livello di maturità tecnologica TRL5 fino al TRL8. Questo percorso è stato caratterizzato da un approccio meticoloso alla personalizzazione e all'integrazione dei dati aziendali, evidenziando la dedizione dell’azienda nel fornire soluzioni che rispondano precisamente alle esigenze specifiche di ciascuna azienda. Sono pertanto state introdotte avanzate misure di sicurezza, sfruttata l'importazione di dati tramite Excel o API, e adottate tecnologie come il NFC per la gestione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): passi che hanno consentito di migliorare significativamente l'efficienza dei processi di sicurezza, dimostrando come la tecnologia possa essere un alleato prezioso nella gestione della sicurezza sul lavoro. Il Progetto Digital Safety conferma giorno dopo giorno che l'innovazione tecnologica è essenziale per costruire luoghi di lavoro più sicuri e produttivi. Il feedback positivo e le collaborazioni strette con le aziende Socie di ARTES 4.0 partecipanti al progetto promosso e sviluppato da Exteryo sono testimonianza del potenziale di crescita e miglioramento continuo: una testimonianza dell’impegno a proseguire su questa strada, guidando l'innovazione e fornendo soluzioni concrete per un futuro in cui la sicurezza sul lavoro sia garantita dalla tecnologia avanzata. Persone di Digital Safety
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ALBERO Home: Il purificatore d’aria a fotocalisi di Compolab
ALBERO Home: Il purificatore d’aria a fotocalisi di Compolab
Compolab, socio sostenitore di ARTES 4.0 per contribuire al piano delle attività del Centro di Competenza, ha progettato e industrializzato ALBERO Home (brevettato Dirac Nanotechnology), un dispositivo che simula il “respiro” delle piante. La tecnologia di purificazione di ALBERO Home si ispira alla fotosintesi clorofilliana ed emula il respiro degli alberi naturali in quanto distrugge gli inquinanti trasformandoli in sostanze innocue; la tecnologia di purificazione di ALBERO Home è chiamata fotocatalisi. Le nanotecnologie ERA applicate sulla superficie del filtro rilasciano un gran numero di radicali liberi altamente reattivi dall’elevato potere ossidativo. Le molecole inquinanti che passano attraverso la struttura alveolare del filtro vengono quindi intercettate e attaccate dai radicali liberi che le trasformano in sostanze innocue che si depositano sulla superficie del filtro.

1 DISPOSITIVO, 3 FUNZIONI

ALBERO Home è un purificatore d’aria intelligente 3-in-1 ultra silenzioso. É pensato per qualsiasi casa, ufficio o spazi interni di media grandezza. Utilizza l’innovativa tecnologia di nano-purificazione per rilevare e distruggere allergeni, batteri, odori e sostanze chimiche tossiche - trasformandoli in acqua, anidride carbonica e composti base innocui per la salute umana. Le funzioni di ALBERO Home, che è anche una delicata soft-light, sono dunque quelle di purificatore: studiato per migliorare l’ambiente, il cuore fotocatalitico di ALBERO Home cattura e neutralizza gli inquinanti senza lasciare traccia, e con le quattro differenti modalità di purificazione il dispositivo è configurabile per ogni esigenza; e di Air Quality Monitor: per le quali il dispositivo ha un ruolo di monitoraggio attraverso i sensori di massima precisione che individuano costantemente la presenza di sostanze nocive e misurano la quantità di inquinanti rimossi, monitorando tutti i livelli nella sezione dedicata, in tempo reale e attraverso i grafici basati sullo storico dei dati.

LA TECNOLOGIA

ALBERO Home è progettato per distruggere in particolare i seguenti inquinanti: Inquinanti

IL SISTEMA DI FILTRAGGIO

Il sistema di filtraggio di ALBERO Home è a zero costi, zero manutenzione, zero impatto ambientale e garantisce massima efficienza offrendo una soluzione avanzata e affidabile per la purificazione dell’aria. É dotato di due filtri alveolari in ceramica trattati con nanotecnologie fotocatalitiche ad alte prestazioni, superiori rispetto ai filtri convenzionali. La tecnologia fotocatalitica distrugge gli inquinanti invece di intrappolarli garantendo dei filtri che non si intasano e non necessitano di sostituzione.

COME FUNZIONA

Il core tecnologico di ALBERO Home è stato progettato per garantire un elevato flusso dell’aria e un’alta efficienza di purificazione, consentendo di rimuovere efficacemente tutti gli inquinanti.
  1. 360 ° AIR IN

    Gli inquinanti vengono aspirati all’interno del core attraverso la prima ventola silenziosa a basso consumo energetico.
  2. PRE-FILTRO

    L’aria passa attraverso un pre-filtro che intrappola le particelle di maggiori dimensioni come pollini, peli e polvere.
  3. DOPPI FILTRI

    Il filtro nanotecnologico viene attivato dalle potenti luci UV, la fotocatalisi distrugge istantaneamente tutti gli inquinanti.
  4. ANALISI

    Dopo la reazione di fotocatalisi, Albero misura la qualità dell’aria e invia i risultati ai server centrali, dove i dati vengono analizzati e inviati all’utente.
  5. ARIA PURA

    L’aria purificata viene rilasciata nell’ambiente dalla seconda ventola.

CONTROLLI DA SMARTPHONE

ALBERO Home è un dispositivo smart con connessione WiFi/Bluetooth e un’app mobile per il controllo e la gestione da remoto. L’app è disponibile su iOS e Android. App di Albero HOME
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BlueUp: Tecnologie IoT e RTLS
BlueUp: Tecnologie IoT e RTLS
BlueUp, affiliata al Centro di Competenza ARTES 4.0, è una PMI Innovativa fondata nel 2014 nel settore delle Tecnologie IoT e RTLS (Real Time Locating Systems). Specializzata in dispositivi avanzati come iBeacon, Eddystone di Google, Quuppa e Wirepas, BlueUp offre soluzioni integrate per il monitoraggio e il tracciamento in vari settori industriali e servizi.

Dispositivi hardware avanzati e soluzioni RTLS integrate

BlueUp è il principale produttore italiano di tag, beacon e gateway con tecnologia Bluetooth Low Energy. Offriamo soluzioni RTLS integrate hardware/software personalizzate, basate su tecnologie IoT. Con l’acronimo RTLS (Real-Time Location System), si intende una infrastruttura hardware/software basata su tecnologie IoT (Internet of Things) che permette di identificare, localizzare e tracciare singoli oggetti o persone presenti in un determinato contesto operativo (ad esempio, un sito logistico, una fabbrica o un ospedale). Un RTLS non si limita a tracciare la posizione: grazie a sensori installati sui dispositivi può acquisire anche altre informazioni, ad esempio lo stato di ciò che viene tracciato (quiete/movimento, eventi di allarme) o parametri ambientali (temperatura, umidità).

Digital Twin per test e simulazioni

L'acquisizione in tempo reale di dati permette di creare un Digital Twin, una rappresentazione virtuale di un ambiente fisico. Nell'Industria 4.0, sviluppare un Digital Twin implica testare e simulare il comportamento dei sistemi monitorati, ottimizzando l'efficienza e la gestione operativa. Rappresentazione virtuale di un ambiente fisico con tecnologie IoT

Le applicazioni delle soluzioni RTLS dalla logistica alla sicurezza sul lavoro

Le soluzioni RTLS trovano applicazioni in svariati ambiti: industria manifatturiera, logistica, sanità, edifici intelligenti, GDO, e sono molteplici i vantaggi apportati dall’adozione di soluzioni RTLS.
  • Miglioramento delle attività logistiche: attraverso il monitoraggio della posizione e degli spostamenti di asset e persone è possibile ottenere un netto miglioramento nelle attività logistiche, riducendo i tempi di ricerca, eliminando le perdite di utensili e materiali, automatizzando l’inventario.
  • Monitoraggio delle attività produttive: la raccolta di dati durante il processo produttivo permette di controllare lo stato di avanzamento, prevenire gli errori, eliminare i colli di bottiglia, con l’obiettivo di incrementare la produttività e il livello di trasparenza dei servizi erogati ai clienti.
  • Maggiore sicurezza sul lavoro: grazie agli RTLS è possibile rendere i luoghi di lavoro più sicuri, monitorando posizione e stato dei lavoratori solitari oppure verificando l’accesso non autorizzato ad aree a rischio sicurezza. Grazie all’integrazione di sensori, è possibile rilevare e notificare in tempo reale eventi di allarme, come urti o cadute.
  • Monitoraggio dei parametri ambientali: un RTLS può diventare una rete distribuita di sensori wireless, in grado di stimare non solo la posizione, ma anche di monitorare parametri fisici o ambientali: ad esempio, è possibile tenere sotto controllo il clima indoor e la qualità dell'aria per garantire ai lavoratori un ambiente di lavoro salubre e confortevole.

La collaborazione di BlueUp con il Centro di Competenza ARTES 4.0

Mano tecnologica e mano umana che si incontrano BlueUp ha compiuto un passo significativo nel proprio percorso di crescita entrando a far parte del Centro di Competenza ARTES 4.0. ARTES 4.0 si distingue per promuovere l'innovazione e l'adozione delle Tecnologie 4.0 nell'industria italiana, offrendo soluzioni avanzate e supportando la trasformazione digitale. L'integrazione delle competenze di BlueUp con ARTES 4.0 favorisce una maggiore sinergia nelle Tecnologie IoT, risolvendo problemi industriali cruciali. Questa partnership arricchisce l'offerta di servizi e soluzioni, fornendo alle imprese italiane accesso privilegiato a piattaforme e Tecnologie IoT avanzate.
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Manutenzione preventiva e predittiva con Kiwibit
Manutenzione preventiva e predittiva con Kiwibit
Kiwibit, azienda di consulenza e sviluppo in ambito ICT recentemente giunta in ARTES 4.0 come Socio Affiliato, si è costantemente dedicata alla digitalizzazione dei processi aziendali, con lo scopo di consentire alle imprese di concentrarsi sulle attività ad alto valore aggiunto.

Sviluppo del progetto K4ASSET & SAFETY per ARTES 4.0

Negli ultimi anni Kiwibit si è focalizzata sullo sviluppo di OmniaK, uno strumento che sfrutta appieno le potenzialità delle tecnologie Industria 4.0. Il suo modulo principale, K4asset, è un CMMS (Computerized Maintenance Management System) appositamente progettato per gestire, monitorare e mantenere gli asset aziendali, quali impianti industriali, edifici, macchinari o infrastrutture. Attraverso la partecipazione e alla vincita del Bando di Innovazione Tecnologica BIT con un progetto finanziato da INAIL, l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, e cogestito da ARTES 4.0, Kiwibit si è posta l’intento di far diventare k4asset una soluzione integrata per la prevenzione di malfunzionamenti di macchinari industriali che possono generare rischi per la sicurezza dei lavoratori. L’obiettivo del progetto K4ASSET & SAFETY è consentire all’azienda di eseguire azioni di manutenzione preventiva e predittiva sui macchinari, integrando tecnologie IoT, realtà virtuale e AI con la piattaforma k4asset. K4ASSET & SAFETY sarà quindi una soluzione innovativa poichè si tratta di uno strumento “all- in-one” che integra una piattaforma web con tecnologie IoT, algoritmi di machine learning e per la realtà virtuale, generando un prodotto specificatamente declinato ai fini della prevenzione degli incidenti sul lavoro ed alla formazione dei lavoratori per la tutela della salute e della sicurezza. L’obiettivo è quello di sviluppare uno strumento altamente flessibile ed adattabile a qualsiasi contesto aziendale, indipendentemente dal settore operativo e dalla dimensione. La sensoristica di campo sarà fortemente eterogenea in modo da poter strutturare l’architettura di recupero dati in base alla numerosità e alla tipologia di macchine di volta in volta presenti nelle aziende interessate alla soluzione. Allo stesso modo, anche la generazione dei gemelli digitali dei macchinari, mediante strumenti di scansione 3D, sarà calibrata rispetto alle reali esigenze aziendali. Ad esempio, in taluni casi si opererà la virtualizzazione dell’intero capannone e di tutte le macchine, in altri casi si opterà invece per la generazione del modello virtuale unicamente delle macchine più impegnative in termini di interventi manutentivi.Ed è grazie alla vincita del Bando BiT che Kiwibit ha potuto instaurare importanti partnership con i soci di ARTES 4.0 specializzati nell’integrazione delle suddette tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0. In particolare Zerynth per Iot, R&D Telecommunication and Energy per la realtà virtuale, e Daxo Group per l’AI. Al completamento del progetto, attraverso l'integrazione di tecnologie quali IoT, VR e AI, la piattaforma sarà in grado di monitorare in tempo reale i macchinari, generare piani di manutenzione e fornire modelli tridimensionali interattivi delle aree di lavoro e dei macchinari stessi.  L'obiettivo è prevenire gli infortuni, posizionando la piattaforma su un livello di maturità tecnologica pari a TRL8. La fase finale del progetto K4ASSET & SAFETY prevede la realizzazione di un PoC presso un’industria chimica per la validazione del sistema e delle sue componenti per poi rilasciare le innovazioni del prodotto in commercio. Per maggiori dettagli e informazioni su k4asset www.omniak.it
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Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica- Pisa
Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica- Pisa
Dal 24 al 26 maggio 2024 a Pisa, ARTES 4.0 ha presentato attività e servizi per il Trasferimento Tecnologico insieme alle Università pisane nel contesto del Festival Internazionale della Robotica, affrontando un tema le cui opportunità non sono ancora del tutto valorizzate dalle comunità.

L’obiettivo

ARTES 4.0 vuole favorire l'innovazione guidata dalla scienza: quella cioè che usa la conoscenza prodotta dalle università per guidare la realizzazione di soluzioni innovative ad alta tecnologia che rispondono alle esigenze competitive delle imprese. Il Centro di Competenza favorisce il trasferimento tecnologico fungendo da ponte tra il mondo accademico e l’industria, formando il mondo del lavoro e collegando le PMI alle grandi imprese al fine di aumentare la loro competitività attraverso il suo network (141 Soci tra Università con Dipartimenti di Eccellenza, imprese, associazioni e fondazioni, e 11 progetti attivi a livello nazionale e internazionale con il compito di erogare servizi innovativi al tessuto imprenditoriale in gran parte con finanziamenti pubblici).

Focus sul trasferimento Tecnologico

Il focus sul Trasferimento Tecnologico nel contesto del Festival Internazionale della Robotica, meta da sempre del mondo delle startup e delle spinoff della città universitaria per eccellenza, Pisa, ha avuto l’obiettivo di mettere a sistema azioni e strategie a favore della valorizzazione della ricerca e del successivo sviluppo produttivo e innovativo delle aziende a forte contenuto di conoscenza. In particolare ARTES 4.0 ha organizzato una Tavola Rotonda sul tema del Trasferimento Tecnologico a cui ha preso parte e che ha moderato Enza Spadoni, responsabile dell’Area Trasferimento Tecnologico del Centro di Competenza, insieme ai referenti delle Istituzioni coinvolte: Riccardo Apreda, Technology and Innovation Leader di ErreQuadro srl; Lucia Arcarisi, CEO & Co-Founder Weabios; Damiano Bolognesi, Presidente Incubatore Pont-Tech, CEO AIM Consulting e Piccolo Teatro Digitale; Gastone Ciuti, Professore di Bioingegneria e Vicedirettore Istituto di BioRobotica, Scuola Superiore Sant’Anna, Coordinatore di Nodo ARTES 4.0, Scientific Advisor Mediate srl; Daniele Mazzei, Professore Associato Università di Pisa, Chief Product Officer Zerynth srl; Annarosa Mezzasalma, Responsabile Ufficio Valorizzazione Ricerca, Area Terza Missione, Scuola Superiore Sant’Anna; Alessandra Patrono, Collaboratrice NETVAL, Responsabile Knowledge Transfer Office, Scuola Normale Superiore; Pasqualantonio Pingue, Responsabile Area Ricerca e Innovazione, Scuola Normale Superiore; Manuele Bonaccorsi, Coordinatore R&D Co-Robotics.

Gli approfondimenti

“Nel contesto del Festival della Robotica,” afferma Enza Spadoni di ARTES 4.0, “ho voluto approfondire il Trasferimento Tecnologico sia come uno strumento strategico, nell’ottica di chi produce la conoscenza e forma competenze in grado di generare cambiamento, dal punto di vista della società, dell’economia, del lavoro; sia come uno strumento tecnico per l’offerta di servizi molto concreti in grado di supportare l’azienda nel superare la “valle della morte”, azione necessaria per riuscire a entrare nel mercato ed essere competitiva. In questa visione, la collaborazione tra enti e istituzioni è di fondamentale importanza per intervenire a supporto delle aziende nelle varie fasi del TRL, il Technology Readiness Level, dall’idea di impresa e lo sviluppo del prototipo fino all’ingresso sul mercato: sia dal punto di vista delle Università, che realizzano la conoscenza e la valorizzano con gli strumenti propri della Terza Missione universitaria quali brevetti e spinoff, sia da quello degli incubatori che si occupano di animazione e accelerazione delle spin off, sia dal punto di vista del Centro di Competenza, che finanzia e accompagna lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi verso mercati competitivi”. Dipendenti ARTES 4.0 e Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica

Parole chiave e concetti base: le 5C del Trasferimento Tecnologico

Il Trasferimento Tecnologico, è emerso, si basa su alcune parole chiave che sono: Conoscenza, Competenza, Contaminazione, Capitali, Connettività.

Conoscenza

Tutto ciò che connota la catena del valore che dall’idea progettuale sviluppata all’università realizza un prototipo, ne fa un brevetto, crea la spin off e prova a saltare la valle della morte per arrivare al mercato, dal punto di vista universitario, è senz’altro caratterizzato dalla parola chiave “Conoscenza”, che riveste, come afferma Gastone Ciuti della Scuola Superiore Sant’Anna, una fondamentale influenza nella creazione di ecosistemi innovativi che generino nuova crescita e nuovo lavoro. L’Università ha il compito precipuo di educare i giovani e le giovani al futuro che vorranno, orientandoli al mondo del lavoro e fornendo loro tutti gli strumenti con i quali valorizzare la conoscenza, come ad esempio brevetti e spin off.

La proprietà intellettuale

Riccardo Apreda di ErreQuadro, che si occupa di Intellectual Property quale fonte di dati di posizionamento delle tecnologie in specifici scenari, per facilitarne il trasferimento, sostiene che l’IP sia effettivamente un fattore abilitante per la crescita di un’azienda. “La percezione comune è che la proprietà intellettuale sia unicamente una tattica difensiva, di cui preoccuparsi solo dopo che l’idea inventiva è stata realizzata”, afferma. “Al contrario, la proprietà intellettuale è principalmente uno strumento di business, che andrebbe utilizzato in tutte le fasi del processo di innovazione e che può giocare un ruolo fondamentale nella crescita delle imprese (e di conseguenza anche nel trasferimento tecnologico). In realtà già anche il semplice aspetto legale e difensivo è spesso trascurato: una azienda ogni quattro incorre in danni economici dovuti a una non corretta gestione della proprietà intellettuale, con gravi conseguenze soprattutto per le piccole imprese e le startup. Per non parlare dei numerosi casi in cui i risultati di una ricerca innovativa sono pubblicati troppo presto, rendendo impossibile il deposito di un brevetto e vedendo così sfumare la possibilità di valorizzarli economicamente da parte degli inventori o dell’università. In questo senso i centri di trasferimento tecnologico e i centri di competenza possono sicuramente collaborare con ricercatori e spinoff per indirizzarli verso corrette strategie di tutela. Il secondo importante ruolo che la proprietà intellettuale può svolgere è quello di leva di mercato, economica o finanziaria. Grazie a brevetti, marchi e design è possibile ampliare la propria quota di mercato, aumentare il valore della propria impresa, attrarre investimenti, e in certi casi abilitare tout court la nascita di un business, anche nel caso di trasferimento tecnologico. Un esempio a livello globale è dato dai vaccini a mRNA che tanto ruolo hanno avuto durante la pandemia del Covid19. La tecnologia di base per tali vaccini è stata sviluppata da due professori dell’Università della Pennsylvania, Dr. Karikò e Dr. Weissman, brevettata dalla stessa Università e data in licenza a una sua spinoff. BioNTech, all’epoca una piccola startup, ha sub-licenziato i diritti da questa spinoff, e con essi ha potuto in seguito entrare in un accordo con un colosso farmaceutico come Pfizer. Il brevetto è stato quindi la base per una intera catena di valore, che è comunque partita dalla ricerca accademica. Infine il terzo ruolo della proprietà intellettuale, altrettanto importante dei primi due, è quello informativo: i brevetti rivelano le reali strategie delle imprese in termini innovazione, e evidenziano le varie problematiche, industriali o di utilizzo, su cui si concentra l’attività inventiva. In tal senso, uno studio della documentazione esistente in letteratura serve sia a guidare la ricerca verso problemi di interesse per il mercato (e quindi dal grande potenziale in termini di trasferimento tecnologico), sia a trovare nuovi campi di applicazione, potenziali clienti o possibili acquirenti per le tecnologie sviluppate. Una delle criticità principali infatti delle spinoff (e in realtà di tutte le imprese) è quello di riuscire a trovare un adeguato sbocco commerciale per i propri prodotti, anche perché, come già evidenziato da altri relatori, spesso la ricerca accademica è brava a generare nuove idee, ma il mercato ragiona principalmente in termini di problemi e bisogni degli utenti. Anche in questo caso i centri di trasferimento tecnologico e i centri di competenza come ARTES possono giocare un ruolo fondamentale, sia tramite l’informazione riguardo l’utilità di solide strategie di valorizzazione, sia tramite il matchmaking fra le spin-off e chi ha le competenze e gli strumenti per supportarle in tali percorsi strategici, sia infine tramite il finanziamento di studi e consulenze che difficilmente le startup potrebbero altrimenti permettersi. Per portare un esempio dell’ecosistema pisano, uno dei soci di ARTES è la startup Seares, che ha sviluppato un dispositivo di ormeggio per barche che sfruttando il naturale movimento causato dal moto ondoso produce energia elettrica per i sistemi di bordo. Una soluzione ecologica e innovativa che però necessità di essere messa in contatto con i mercati e ha comunque un grande potenziale anche in altri settori industriali. ARTES ha quindi creato la connessione fra Seares e un altro suo socio: Erre Quadro, spinoff dell’Università di Pisa specializzata in analisi di valorizzazione della proprietà intellettuale; successivamente il Centro di Competenza ha abilitato la collaborazione fra le due PMI finanziando uno studio per l’individuazione di ulteriori soluzioni tecniche e soprattutto di nuove opportunità di business per la startup green. Dalla realizzazione del prototipo alla creazione di una spin off, l’università riveste un ruolo di fondamentale e delicata importanza nella creazione di nuove opportunità. Annarosa Mezzasalma, dell’Ufficio Valorizzazione Ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna, spiega che la “Terza Missione”, successiva alle prime due missioni, rispettivamente di Educazione e Ricerca, che hanno un loro nome specifico, e nonostante sia nominata residualmente rispetto alle prime due come ‘terza’, è cruciale per dare il giusto rilievo alle politiche di Trasferimento Tecnologico nelle università, che applicano la conoscenza a dinamiche di valorizzazione e crescita necessarie a rendere le Università centri nevralgici per il futuro del Paese.

Competenza

La competenza è uno dei fattori attrattivi per il mondo dei Capitali, che investono soprattutto dove la trovano. Oltretutto, è uno dei fattori abilitanti il trasferimento dai laboratori di ricerca universitari al mercato, come spiega Daniele Mazzei, di Zerynth, che oltre che spin off dell’Università di Pisa è anche azienda socia affiliata al Centro di Competenza ARTES 4.0, con l’esperienza di poter guardare la tecnologia in tutte le fasi del TRL, quindi in ogni momento del suo stadio di maturità. La tecnologia di cui si occupa Zerinth, azienda attiva nelle soluzioni Industrial IoT per le aziende manifatturiere, si basa anche sull’Intelligenza Artificiale. Si parla molto oggi di IA e La competenza è uno dei fattori attrattivi per il mondo dei Capitali, che investono soprattutto dove la trovano. Oltretutto, è uno dei fattori abilitanti il trasferimento dai laboratori di ricerca universitari al mercato, come spiega Daniele Mazzei, di Zerynth, che oltre che spin off dell’Università di Pisa è anche azienda socia affiliata al Centro di Competenza ARTES 4.0, con l’esperienza di poter guardare la tecnologia in tutte le fasi del TRL, quindi in ogni momento del suo stadio di maturità. La tecnologia di cui si occupa Zerinth, azienda attiva nelle soluzioni Industrial IoT per le aziende manifatturiere, si basa anche sull’Intelligenza Artificiale. Si parla molto oggi di IA e di quanto sia importante per ottimizzare i processi produttivi, sviluppare innumerevoli soluzioni di protezione e cybersicurezza, sistemi di previsione e automazione. Portare l'intelligenza artificiale nella PMI italiana in un’epoca di grande rivoluzione dell’economia e di maggiore attenzione alla sostenibilità e ai temi sociali richiede necessariamente una più evoluta consapevolezza della conoscenza acquisita all’università, adattata alle nuove esigenze. E la competenza, come afferma Manuele Bonaccorsi di Co-Robotics, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna – piccola curiosità con sede a Piazza Toniolo, la piazza da cui tutto ha origine in un certo senso, essendo sede della residenza universitaria, è anche quella necessaria a poter affiancare le imprese ad alto contenuto di conoscenza e tecnologia: Co-Robotics nasce partecipata da un fondo di investimenti che in un secondo momento ha voluto essere liquidato per l’“incapacità” di gestire tecnologie complesse. ARTES 4.0 – Advanced Robotics and enabling TEchnologies and Systems 4.0 è un Centro di Competenza nazionale ad alta specializzazione finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l'obiettivo di finanziare e accompagnare l’innovazione guidata dalla Scienza attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, erogando i servizi necessari a realizzare nuovi prodotti e servizi di successo nei mercati competitivi.

Contaminazione

Lucia Arcarisi di Weabios ha realizzato la sua Spin off a risultato dell’attività del Contamination Lab dell’Università di Pisa, grazie a un percorso intrapreso per arrivare a concretizzare l’idea di impresa. L’Università è senz’altro un primo bacino di Contaminazione ma lo scambio di buone pratiche, il confronto e la miscela di saperi restano un fattore chiave per lo sviluppo di innovazione e la crescita di impresa. Weabios è insediata all’interno dell’Incubatore tecnologico di Navacchio, dove si concretizza la cross fertilization attraverso la vicinanza fisica tra imprese. "Il Polo Tecnologico di Navacchio”, afferma Angela Calò, Direttrice Operativa, “è il più grande parco tecnologico della Toscana e uno dei più grandi in Italia. Fondato nel 2000 a pochi chilometri da Pisa, il Polo Tecnologico è una struttura multifunzionale di 20.000 mq, composta da uffici e laboratori, progettata per favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese. Attualmente ospitiamo più di 60 aziende e oltre 700 persone: un vero e proprio hub toscano per l'innovazione e la trasformazione digitale, dove la condivisione di conoscenze e competenze è all'ordine del giorno. Un network importante, formato non solo dalle aziende con sede fisica all’interno del Polo ma anche da tante realtà esterne (circa 200) che collaborano costantemente con noi. Le sinergie tra imprese, start-up, istituti di ricerca, istituzioni accademiche e centri di competenza come ARTES 4.0, sono sicuramente la chiave per offrire un supporto concreto e completo alle imprese e favorire lo sviluppo di nuove opportunità imprenditoriali".

Capitali

Oltre all’importanza del Venture Building, spesso di fondamentale importanza per fare accelerazione consentendo lo scaling up, il know how e i collegamenti, il “capitale” riguarda anche il corretto bilanciamento tra budget, persone, risorse, strategie – per affrontare serenamente la via imprenditoriale. Il capitale umano è sicuramente un asset strategico. Pasqualantonio Pingue, Scuola Normale Superiore, nel parlare degli strumenti di collegamento tra Ricerca e Innovazione, che legano i TRL bassi a quelli alti nel campo delle tecnologie innovative ed emergenti come quelle che sviluppa la Normale, dando un effettivo supporto in servizi al superamento della cosiddetta “valle della morte” afferma che “Come già detto dai colleghi/colleghe nel dibattito, non esistono ricette che funzionano per tutti e ogni approccio e strategia dipendono dal contesto lavorativo e dal lavoro che viene svolto. Nel caso della Scuola Normale Superiore il focus è legato al “capitale umano”, che la Normale è abituata da tempo a selezionare per scopi di didattica e ricerca e al quale noi ci rivolgiamo per innestare elementi di cultura dell’innovazione e di “terza missione” in senso lato, elementi sempre più presenti nei nostri allievi/allieve. Come “area ricerca e innovazione” della SNS, noi lavoriamo alla diffusione della cultura dell’innovazione soprattutto verso i nostri/nostre PhD, attraverso il supporto che possiamo dare come ufficio di Knowledge Transfer, e con le reti di trasferimento tecnologico locali, nazionali e internazionali alle quali partecipiamo. Tra queste vorrei citare JoTTO, la rete delle scuole universitarie superiori, che ci vede insieme al Sant’Anna, il Contamination Lab con UNIPI, l’ufficio regionale di trasferimento tecnologico con tutti gli Atenei toscani, il Centro di Competenze ARTES4.0, che ha diramazioni in tutta Italia, e anche con progetti internazionali quali l’alleanza EELISA, di cui ARTES 4.0 è partner, che ha visto in passato e vede anche oggi nella entrepreneurship degli allievi/allieve delle azioni di formazione e di collaborazione tra grandi Atenei europei tra le più sentite dell’Alleanza. Lavoriamo poi con il Polo di Navacchio, con diversi Venture Capitalist e agenzie di consulenza per supportare gli allievi/allieve, ricercatori/ricercatrici che vogliono e che hanno le competenze, le conoscenze ma soprattutto il coraggio e la passione di fare innovazione, per supportarli nel loro percorso e superare la “Valle della Morte”. Insomma, credo che occasioni come quella organizzata da ARTES 4.0 al Festival della Robotica, siano una dimostrazione del fatto che l’ecosistema pisano dell’innovazione ha delle grandi possibilità di sviluppo se si riesce a fare rete e a sfruttare tutte le straordinarie competenze e la passione che le persone del sistema universitario pisano e dei centri di mediazione dell’innovazione come ARTES4.0 mettono a disposizione". Dipendenti ARTES 4.0 e Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica

Connettività

L’European Innovation Council nel III Pillar di Horizon Europe introduce la “Connectedness” come uno degli elementi chiave nella costituzione di ecosistemi dell’innovazione insieme a conoscenza e capitali, ovvero la capacità di creare connessioni, network, reti di collaborazione. ARTES 4.0 è sicuramente un brillante esempio di “connettività” ma gli ecosistemi possono riguardare interi territori votati a contribuire su più fronti alla crescita economica e sociale. Uno di questi è l’Innovation Mile di Pontedera, in provincia di Pisa, in area Piaggio riqualificata e caratterizzata dal successivo insediamento di incubatori di impresa, centri di ricerca e universitari, musei d’impresa, centri servizi, grandi aziende attirate dalle competenze generate in quest’area. Damiano Bolognesi, Presidente dell’Incubatore Pont-Tech e del Piccolo Teatro Digitale, uno spazio per coworking, servizi di formazione e altri servizi, entrambi all’interno delI’Innovation Mile, afferma che “La rete di competenze presenti in un competence center rappresenta un asset strategico per le imprese, offrendo accesso a risorse critiche per l'innovazione, la crescita e la competitività. Attraverso la collaborazione con ARTES 4.0, le imprese possono superare le sfide tecnologiche, migliorare le loro capacità operative e sfruttare nuove opportunità di mercato. In sintesi, ARTES 4.0 svolge un ruolo fondamentale nel promuovere l'ecosistema di innovazione del territorio e nello stimolare lo sviluppo economico sostenibile. Anche il reperimento di capitali è cruciale per sostenere l'impresa nelle varie fasi della propria vita a sostegno di investimenti e competitività; disporre delle risorse finanziarie permette alle imprese di innovare, migliorare la propria efficienza e rimanere competitive in un mercato in continua evoluzione. La ricerca di capitali è strettamente correlata agli obiettivi di business che l'imprenditore si prefigge che non possono prescindere dalla variabile tempo. Da questo punto di vista, l'essere socio di ARTES 4.0 permette a Pont-Tech ed a tutte le imprese aderenti non solo di avere a disposizione una importante rete di competenze ma anche accesso a strumenti di finanza agevolata; grazie a Bandi specifici che prevedono finanziamenti a fondo perduto, è possibile per l'impresa abbattere l'investimento iniziale e rendere così sostenibili investimenti che altrimenti sarebbero stati rimandati o effettuati utilizzando altre forme di finanziamento quali la cessione di una parte del proprio capitale di rischio oppure indebitando l'azienda con finanziamenti bancari con la necessità dell'imprenditore di fornire garanzie personali”. Guardando al network del Trasferimento Tecnologico, Alessandra Patrono del Knowledge Transfer Office della Scuola Normale Superiore e collaboratrice NETVAL, il Network per la valorizzazione della Ricerca creato nel 2002 al quale aderisce la gran parte delle università italiane, poi divenuto Associazione, in grado di effettuare una fotografia molto attenta del trasferimento tecnologico italiano e di indirizzarne le politiche, spiega che “I dati raccolti da Netval mostrano che le università italiane hanno compreso l'importanza della protezione della proprietà intellettuale, brevettano in modo costante e con una gestione sempre più efficace del proprio portafoglio brevettuale che nel 2023 contava circa 8000 brevetti. Sono anche in grado di valorizzare i propri brevetti generando ritorni che crescono nel tempo e ogni anno nascono circa 100 nuove spinoff. Tuttavia gli uffici di TT che gestiscono queste attività, sono ancora generalmente abbastanza piccoli e sono poche le università italiane che riescono ad avere performance di rilievo. A livello pisano le università e scuole confermano l'ottima ricerca, con un contributo complessivo sui brevetti attivi tra le università italiane di circa il 6%, sono in grado di generare un buon numero di spinoff, ma faticano a valorizzare questi brevetti. Cosa fare dunque? Cercare di tenere il passo delle università più attive su questi aspetti e continuare a fare bene alcune attività che stanno dando buoni risultati, come la creazione di imprese e il supporto alla loro crescita. Dobbiamo invece lavorare ancora per aumentare le collaborazioni con le imprese, con l'ecosistema locale e nazionale, ma anche per trovare un modello di valorizzazione della ricerca e della conoscenza che sia adatto alle peculiarità del nostro contesto, attraverso una azione di rete tra tutti gli attori locali e una sempre maggiore attenzione alle competenze formate nelle nostre università e a generare impatto”.
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Startup Retreat
Startup Retreat
È online Startup Retreat, la call lanciata dal Centro di Eccellenza “Per l’Innovazione e la Creatività” dell’UniBa in collaborazione con ARTES 4.0, nell’ambito di CTE Calliope, la Casa dell’Innovazione per il One Health.Locandina startup retreat
Obiettivo: selezionare 20 startup e accelerare il loro percorso di crescita, facendo leva sull’ecosistema di competenze presenti all’interno della CTE e promuovendo incontri con investitori istituzionali.
Destinatari: startup/spin-off – costituite o costituende – focalizzate in soluzioni per:
  • La salvaguardia e la protezione dell’ambiente;
  • La tutela della salute, il benessere dell’uomo e degli animali,
  • La qualità della vita e l’incisività;
  • La digitalizzazione.
Oggetto: 6 mesi di accelerazione caratterizzati da:
  • Formazione, tutoring e contaminazione;
  • Mentoring e sviluppo di business;
  • Networking con imprenditori, investitori e stakeholders.
Tutte le startup candidate, saranno messe alla prova fin da subito poiché prenderanno parte alla terza tappa dell’Innovation Roadshow di Invitalia, che si terrà a Taranto il 7 maggio, e si cimenteranno sia un pitch di presentazione di fronte ad un panel di investitori istituzionali, tra cui Invitalia e CDP Ventures, sia in incontri di presentazione one-to-one con gli investitori stessi.La call sarà aperta fino al 3 maggio Cosa aspetti?
 
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